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Politica

Napolitano: "Il Parlamento è legittimo"

Dopo la sentenza della Consulta, il Colle rifiuta l'interpretazione dell'illegittimità del Parlamento. Brunetta: "Il Colle scardina la Costituzione"

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fa asse con il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky e rifiuta l'interpretazione dell'illegittimità del Parlamento. "Apprezzo molto la risposta di Zagrebelsky oggi e di Onida ieri: gli argomenti dal punto di vista politico e istituzionale sono inoppugnabili e vanno nella direzione opposta di chi dice che il Parlamento è delegittimato", ha affermato il capo dello Stato.

Oggi, in una intervista a Repubblica, Zagrebelsky sostiene che il Parlamento attuale "è delegittimato, ma non annullato" e che i 148 deputati "abusivi" possono sperare. Secondo il costituzionalista, Grillo non ha ragione e lo schiaffo della Consulta non avrà effetti. Insomma, il giurista sostiene che "per il principio di continuità dello Stato: lo Stato è un ente necessario. L'imperativo fondamentale è la sua sopravvivenza, che è la condizione per non cadere nell'anomia e nel caos, nella guerra di tutti contro tutti."

Qualche giorno fa, il presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, aveva dichiarato: "Non possiamo vivere senza una legge elettorale, questo è evidente, quindi occorrerebbe che il Parlamento provvedesse ancora prima che escano le motivazioni della sentenza della Consulta, la pronuncia di incostituzionalità colpirà la legge elettorale, non gli atti che hanno condotto alla formazione delle Camere". Differente invece l'opinione di Alberto Capostosti, anch'egli presidente emerito della Consulta che, in una intervista a Qn, ha sostenuto che "dal giorno dopo la pubblicazione della sentenza,questo Parlamento è esautorato perché eletto in base a una legge dichiarata incostituzionale. Quindi non potrà più fare niente, e questo è drammatico".

Le parole del capo dello Stato hanno scatenato la reazione del capogruppo di FI Renato Brunetta: "Napolitano non ha né poteri né competenze circa la legittimazione del Parlamento e non spetta al Quirinale interloquire sulla validazione degli eletti e la completa composizione delle Aule.

Purtroppo, a forza di compensare, sopperire e sostituirsi, si sta completamente scardinando la Costituzione".

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