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Napolitano stringe i tempi: via alle consultazioni

Napolitano ha fretta di formare un esecutivo di larghe intese. Berlusconi: "Serve un governo forte e duraturo". SEGUI LA DIRETTA DAL QUIRINALE

Napolitano stringe i tempi: via alle consultazioni

Dopo la rielezione, Giorgio Napolitano ha fretta di dare finalmente un governo al Paese. Ieri lo ha detto chiaramente: "Le larghe intese non sono un orrore". E ora che ha il potere di imporre un esecutivo il Presidente della Repubblica non vuole perdere altro tempo: oggi stretto giro di consultazioni, poi la nomina di un premier incaricato. "Aspettiamo che il presidente decida a chi affidare l’incarico - ha commentato Silvio Berlusconi - poi, a quel punto, cercheremo di dare il maggior sostegno possibile a chi sarà incaricato".

Primi a salire al Colle sono stati il presidente del Senato, Pietro Grasso, e quello della Camera, Laura Boldrini, che hanno lasciato il Quirinale senza rilasciare dichiarazioni. Poi toccherà via via a tutti i partiti, per chiudere alle 18,30 con la delegazione del Partito Democratico.

Da Capo dello Stato uscente, Napolitano aveva già incontrato tutti i gruppi parlamentari e oggi vuole solo "verificare ogni eventuale aggiornamento delle posizioni già illustrate nelle precedenti consultazioni per la formazione del nuovo governo". Per questo dedicherà mezz'ora ai presidenti delle Camere ed appena dieci minuti ai rappresentanti dei partiti - solo i capigruppo, senza leader - che riceverà in mattinata, mentre a quelli che saliranno al Colle nel pomeriggio concederà trenta minuti.

Si lavora, quindi, a un esecutivo di larghe intese che permetta di sbloccare lo stallo politico dopo due mesi dalle elezioni. Un governo che non piace al gruppo misto (primo tra le forze politiche a incontrare Napolitano). "C’è la nostra indisponibilità a dare la fiducia a un governo di larghe intese, perché il Paese ha bisogno di un segno di vero cambiamento e il cambiamento non si può costruire con il governo di coloro che hanno portato gran parte di responsabilità di questa crisi", ha detto Loredana de Petris, capogruppo del Gruppo Misto Senato, dopo il colloquio con il Capo dello Stato. Secondo Pino Pisicchio, che rappresenta il gruppo misto alla Camera, invece, "nel giro davvero di pochissime ore" Napolitano farà il nome del premier incaricato.

No alle larghe intese anche da Fratelli d'Italia, anche se Ignazio La Russa è favorevole a un incarico a Matteo Renzi. "Nomi non ne abbiamo fatti ma certo Renzi corrisponde alla tipologia giusta, vogliamo il cambiamento", ha detto il deputato sottolineando che il suo partito "valuterà dopo che sarà dato l’incarico". Contrario al governissimo Sel, che non darebbe la fiducia nemmeno se la premiership venisse affidata al sindaco di Firenze. "Se sarà governissimo per Sel si apre il tempo dell’opposizione. Ma c’è la nostra disponibilità a giudicare senza pregiudizi ogni singolo provvedimento", ha assicurato il governatore della Puglia che ha detto no a qualsiasi esecutivo "che veda la presenza del blocco berlusconiano al proprio interno".

Nel pomeriggio al Quirinale è salita la Lega Nord, con Roberto Maroni a capo della delegazione. "Siamo all’opposizione, ma auspichiamo che nasca un governo a guida politica, che solo può dare risposte alle emergenze", ha detto il segretario del Carroccio dopo l'incontro con il Presidente della Repubblica, ribadendo il suo no a un Monti bis o a un esecutivo guidato a Giuliano Amato.

Subito dopo è stato il turno di Scelta Civica: "Da parte nostra non sono state poste condizioni in quanto abbiamo perfettamente condiviso le posizioni illustrate ieri dal Presidente della Repubblica alla Camera", ha detto il coordinatore Andrea Olivero chiedendo "un governo stabile che duri tutto il tempo per fare le riforme indicate dai 10 saggi e dal Capo dello Stato".

Indecisione fino alla fine nel M5S, che ha riunito i parlamentari per decidere se incontrare o meno Napolitano. Dopo un primo momento in cui si pensava che la delegazione grillina avrebbe disertato le consultazioni, Vito Crimi e Roberta Lombardi dopvrebbero arrivare al Colle per leggere un "comunicato duro sia al presidente Napolitano che alla stampa".

I due non presenteranno un nome o una rosa di nomi al Capo dello Stato: "La nostra linea sempre quella: vogliamo un governo di cambiamento, fatto da personalità autonome dai partiti", rivelano, "In 48 ore, se il presidente della Repubblica decidesse di affidarsi alla seconda forza singola per numero di consensi ricevuti alle elezioni, saremmo in grado di fornire i nomi delle personalità che potrebbero comporre il governo".

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