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Nel call center si lavorava per due euro l'ora

Lavoravano per 120 euro al mese in un call center, spesso in nero, quasi sempre con contratti a progetto pur avendo un rapporto di fatto di tipo subordinato. Oltre 300 dipendenti di un'azienda di Grottaminarda, in provincia di Avellino, sono risultati irregolari sotto i profili previdenziale e contributivo. La titolare dell'azienda, una 35enne di Ariano Irpino, è risultata evasore totale. L'azienda forniva assistenza ai clienti dei maggiori gestori di telefonia. Verifiche sono ancora in corso per valutare la posizione di diplomati e laureati, che hanno lavorato nel call center oggi dismesso con sede a Grottaminarda. Il call center ha assunto 90 giovani nel tempo, con elevati tassi di turn over. In tutto, sono risultate 211 le posizioni lavorative irregolari riscontrate dalle Fiamme gialle, che hanno consentito alla società di frodare migliaia di euro di contributi previdenziali e assistenziali, e di retribuzioni per il personale. I lavoratori, per le 20 ore settimanali, anziché 653 euro previsti dal contratto nazionale di categoria, prendevano poco più di 100 euro, cioè meno di 2 euro l'ora. La società non ha dichiarato al fisco oltre 114.000 euro di ricavi, e altrettanti di Irap. All'azienda sono state comminate sanzioni per complessivi 213.

500 euro, e segnalazioni sono state inoltrate alle sedi di Avellino della Direzione provinciale del Lavoro, dell'Inps, dell'Inail e dell'Agenzia delle Entrate per il recupero delle somme rubate.

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