Economia

Nessuno punta sul Casinò A Venezia il piatto piange

Il sindaco Orsani: "Se resterà di nostra proprietà è già pronto un piano di tagli per dimezzare i costi"

Nessuno punta sul Casinò A Venezia il piatto piange

E la pallina della roulette si fermò sullo zero. Zero offerte. Zero interesse. Zero futuro. Almeno sulla carta e almeno per il momento, per la più antica casa da gioco del mondo, il Casinò di Venezia.
Per riassumere in una parola: un flop .Visto che è andata clamorosamente deserta la gara bandita dal Comune per la cessione trentennale della gestione di Ca' Vendramin e Ca' Noghera, le due sedi del Casinò veneziano, e l'iniziativa si è rivelata una sorta di autogol politico per la giunta che aveva legato all'esito della gara la messa in sicurezza dei conti pubblici non proprio rosei. E che aveva già dovuto, tra l'altro scontrarsi con le contestazioni di dipendenti e dei sindacati della casa da gioco, contrari alla cessione.
«A quello che ci risulta, il prezzo di cessione, che prevede 500 milioni in trent'anni, è stato ritenuto troppo elevato dai potenziali partecipanti- commenta il direttore generale del casinò Vittorio Ravà - e questo spiega la mancata partecipazione».
Ma il sindaco Giorgio Orsoni respinge al mittente le contestazioni e la richiesta di dimissioni per il naufragio dell'iniziativa.
«Chi sosteneva che il Casinò venisse svenduto, dovrà ora prendere atto che invece per molti dei potenziali concorrenti il prezzo proposto era troppo alto. Valuteremo ora con attenzione cosa fare, se prorogare i termini della gara attuale, indirne una nuova, o procedere a trattativa privata. Una cosa però deve essere chiara: solo con l'arrivo dei privati ci sarebbe la possibilità di un rilancio e di nuovi investimenti per il Casinò. Se invece esso dovesse restare a carico del Comune dovremo obbligatoriamente procedere a una profonda ristrutturazione della casa da gioco, con inevitabili tagli anche agli organici dei dipendenti, perché l'amministrazione non può più permettersi l'attuale gestione. Ma non siamo ancora a questo punto, la partita del Casinò non è ancora chiusa e confido che si possa trovare una soluzione. In ogni caso, i riflessi sul bilancio 2014 della mancata cessione della casa da gioco saranno limitati, perché siamo in grado di far quadrare i conti anche senza questa posta. Semmai ridurremo gli investimenti».
Ma davvero il Casinò più glamour e più antico del mondo non interessa a nessuno?
In effetti qualcuno in agguato, pronto a scommettere sul futuro del black-jack e delle roulettes veneziane,c'è.
E' il gruppo sloveno Casinò Hit proprietario delle vicine case da gioco di Portorose e Nova Goriça - che non esclude di poter aprire una trattativa privata con il Comune per l'assegnazione della casa da gioco, se ci sarà uno sconto sul prezzo.
«Siamo disponibili ad aprire un tavolo di confronto con la città di Venezia e l'attuale gestione del Casinò - si legge in una nota del Gruppo - al fine di valutare assieme se vi sia la possibilità di trovare un punto d'incontro fra le rispettive esigenze e necessità e trovare condizioni soddisfacenti nel pieno interesse delle parti coinvolte».
La casa da gioco più antica del mondo ospitata a Ca' Vendramin Calergi si affaccia sul Canal Grande. Nato nel 1638, il Casinò di Venezia è sempre stata una meta privilegiata del jet-set internazionale e le sue sale da gioco hanno visto transitare politici, attori, imprenditori. Perfetto esempio di stile patrizio rinascimentale, residenza di dogi e ultima dimora di Richard Wagner, Ca' Vendramin Calergi è stata affiancata nel 1999 da Ca' Noghera il nuovo Casinò che vanta di essere il primo «all'americana» aperto in Italia.

Se è vero, dunque, che a Ca' Vendramin Calergi ci si può perdere tra roulettes, chemin de fer, midi trente et quarante, black jack, caribbean poker e slot machines è anche vero che sono tanti i nostalgici delle lunghe notti in bianco, trascorse nel sontuoso Palazzo sul Canal Grande, che non vogliono sentirsi dire: rien ne va plus les jeux sont faits.

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