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Lazio, la Polverini si difende: "Non conoscevo i magheggi"

La governatrice in tv: "Vado in consiglio per cercare di capire che intenzioni hanno. Fiorito mi disse che stava bene di famiglia". Il capogruppo Battistoni lascia l’incarico

Lazio, la Polverini si difende: "Non conoscevo i magheggi"

Mezzogiorno di fuoco. Renata Polverini varcherà stamattina il portone del Consiglio regionale da presidente della regione Lazio e chissà se, quando dalla stessa porta uscirà, lo sarà ancora. L'assemblea convocata per oggi dovrebbe dare il via al pacchetto di misure per ridurre i costi del consiglio regionale, il primo passo dell'operazione-moralità che Polverini ha lanciato lunedì scorso («forse abusando dei miei poteri», ammette) e che sembrava avere allontanato l'ipotesi delle sue dimissioni. Ma non è detto che un voto positivo da parte del consiglio convinca Polverini a restare.

In pochi giorni è cambiato tutto. Polverini ha dovuto inghiottire il tentativo di alcuni esponenti del Pdl di ammorbidire alcuni tagli (come quello delle commissioni). Ha dovuto sopportare di vedere pubblicata in bella evidenza sui giornali la foto in cui (con espressione obiettivamente da «che ci faccio qui») sbuca nell'ormai leggendario Toga-party di Carlo De Romanis. Soprattutto, ha dovuto convivere con il sospetto che l'appoggio che ora tutti i consiglieri del centrodestra le manifestano con apparente convinzione sia dovuto solo al terrore di un suo tana-libera-tutti che farebbe sciogliere il consiglio ed evaporare il Pdl in una regione simbolo. Per questo lei oggi guarderà in faccia tutti i consiglieri e poi dirà se si va avanti o si chiude. Baracca, Batman e burattini.

Che cosa passa davvero nella testa dell'ex sindacalista è difficile da capire. Stremata, dimagrita, avvilita, gioca a tenere alta la suspence: «Io ho chiesto al consiglio di portare a casa un primo pacchetto di provvedimenti. Domani vado in consiglio e vedrò che cosa hanno intenzione di fare. Poi vediamo» dice la sera a La7, ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita. Davanti alle telecamere la presidente nega che sia stato Silvio Berlusconi a convincerla a tenere duro, ma di sicuro la sua telefonata («come quella di tanti cittadini, molti che nemmeno conosco») ha aiutato: «Mi ha detto: tu non c'entri niente, non devi mollare». Il giornalista la incalza, lei cerca di difendere l'operato della sua giunta, si arrabbia quando Formigli ricorda la sua recente operazione al Sant'Andrea («non in un reparto chiuso per me, ma in un reparto chiuso per ferie»), poi sembra quasi impotente: «Non sapevo di certe cose. Ma insomma, che altro devo fare?». Ritrova la consueta baldanza solo quando si sente domandare se psicofisicamente è in grado di arrivare a fine legislatura: «E psicofisicamente a me chi m'ammazza?».

Sono giorni duri. Lo stesso mantra («non sono disposta a pagare le colpe di altri»), la sua ira verso il partito che a suo dire l'avrebbe tradita: «Il Pdl, partito che sostiene la mia maggioranza, ci ha messo nei guai attraverso persone poco perbene, a dire poco». Però qualche sassolino l'ex sindacalista (data vicina a Casini, anche se ieri il segretario Udc Lorenzo Cesa negava: «Renata Polverini non entrerà nell'Udc, assolutamente no» e lei stessa parla di «fantapolitica») se lo vuole togliere. Ad esempio, fa recapitare le cifre per dimostrare che la sua amministrazione non è sprecona: per le comunicazioni della presidenza nel 2011 lei ha speso 8.190.040 euro, meno di un terzo rispetto ai 26.550.421 del 2009, quando alla Pisana c'era Piero Marrazzo.

Ieri intanto è caduta un'altra testa nel Pdl regionale: Francesco Battistoni, l'uomo che aveva sostituito Franco Fiorito a capogruppo del Pdl e grande accusatore di quest'ultimo, che lo ha a sua volta tirato nello scandalo, ha presentato le sue dimissioni «irrevocabili» nelle mani del segretario nazionale Angelino Alfano al termine di un lungo vertice con i leader regionali e nazionali del partito in via dell'Umiltà. «Un gesto di grande responsabilità nei confronti delle istituzioni e del Pdl che non possiamo che apprezzare», taglia corto Alfano in una difesa che appare d'ufficio. A prendere il posto di Battistoni dovrebbe essere uno tra Antonio Cicchetti (che pare in pole position) e Chiara Colosimo, la più giovane consigliera regionale, entrambi ex An. La decisione dovrebbe essere presa oggi, dopo che ieri nel corso di una riunione informale si sono messe le carte in tavola. «Il Pdl in pochi giorni ha cacciato Fiorito dal partito, sostenuto il coraggioso piano di riforme della presidente Polverini, rinnovato i vertici del gruppo consiliare e convocato i capigruppo di tutte le regioni.

Ci aspettiamo adesso che anche gli altri partiti si comportino come il Pdl, il “cosi fan tuttì non giustifica nessuno”», rilancia Alfano.

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