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"Non siamo il loro bancomat". Cresce l'ira per la tassa occulta

Continua l'ondata di bollettini da 407,35 euro per le imprese e gli artigiani che usano i computer in ufficio: "Ci servono per lavorare, la televisione ce la guardiamo a casa"

"Non siamo il loro bancomat". Cresce l'ira per la tassa occulta

Arrivano. E sono tante. Si potrebbe anche dire troppe se non fosse che non è mai abbastanza. Rieccoci dunque, ancora una volta, fianco a fianco. Uniti. Contro il coro dei soprusi. Arrivano. Telefonate e mail. Contro la nuova trovata mangiasoldi. «Canone speciale» c'è scritto sui famigerati bollettini di guerra alla libertà ma in realtà si legge: nuova tassa. Nuova, spudorata tassa, inventata per cercare di ripianare un po' dei debiti di Stato e della Rai. O della Rai e dello Stato, se preferite, visto e considerato che sono la stessa cosa. «Ho ricevuto il bollettino con l'invito a pagare un importo di euro 407,35. Ho una ditta individuale, lavoro in casa utilizzando un computer che non è in grado di ricevere programmi televisivi. Sulla lettera di accompagnamento del bollettino c'è un numero telefonico per poter chiedere informazioni: peccato che sia un 199 a pagamento (199.123.000). Fatto sta che ieri ho tentato comunque di chiedere spiegazioni perché sono anche curiosa di sapere con quale calcolo abbiano stabilito che io debba pagare questo importo. Non sono riuscita a parlare con nessuno pur essendo stata al telefono per almeno 30 minuti. Seguirò il vostro consiglio rispedendo al mittente la missiva».

Fin qui la mail inviataci dalla signora Anna Vitale che, raggiunta telefonicamente, accentua e rincara la ben motivata indignazione: «I nostri computer, ribadisco e sottolineo non hanno sintonizzatore e quindi in alcun modo non potremmo, ma neanche ci sogneremmo di guardare la tv. In più sa cosa mi è successo quando ho telefonato al numero a pagamento della Rai per chiedere informazioni? Una voce registrata mi ha avvisato che sarei dovuta rimanere in linea 2.700 secondi. Bene ho riattaccato e riprovato più tardi, in quel caso avrei dovuto attendere solo 600 secondi. Un bel modo per prendersi altri soldi, che ne dite?» Da Basiglio a Modena, da Padova a Como, da Viterbo a Pesaro. «È come una rete a strascico, gettata dalla Rai per rastrellare denaro. Qualcuno per paura ha già pagato, qualcuno, magari, nonostante i nostri inviti pagherà. «E così altri soldi dei contribuenti verranno presi indebitamente» È la sintesi amara di Ettore Cenciarelli, responsabile nazionale comunicazioni della Cna. Cinquecentomila piccole e medie imprese artigiane associate che, conferma Cenciarelli, hanno già in gran parte ricevuto i bollettini per il pagamento del «canone speciale». «Incontreremo nei prossimi giorni i rappresentanti delle altre associazioni di categoria per concordare un vero e proprio piano di battaglia - annuncia Cenciarelli - la Rai va fermata perché, altrimenti, con questa ennesima prova di forza inaccettabile, mandante il governo, assesterà un altro pesante colpo alle nostre imprese già provate da una tassazione che non ha uguali. Se i vostri computer e i vostri apparecchi che avete in azienda sono strumenti di lavoro come lo sono nella quasi totalità dei casi, noi diciamo ai nostri associati di non pagare e di spedire alla Rai una bella raccomandata di protesta tanto più che la Rai è così sibillina nella lettera che accompagna i bollettini».

E così? E così si indigna Enrico Benati, titolare con i familiari di una piccola azienda a Cuggiago che ha ricevuto non uno ma due bollettini nel giro di una settimana. «È vero, abbiamo una quindicina di computer ma servono per seguire la produzione e l'amministrazione. Abbiamo staccato le mani dalla fresatura e dalla tornitura solo per vedere le partite dell'Italia. Ma siamo andati a casa a vederle. Con i nostri televisori. Per i quali il canone lo paghiamo già. Che la smettano di considerare le nostre aziendine come bancomat». La fila degli indignati è sempre più luga, ora dopo ora. E si sta allungando anche in questo preciso momento. Ci sono i fratelli Rossetti, titolari di una carrozzeria in via Inganni a Milano, e uno «stilista» esperto nella toelettatura dei nostri amici a quattrozampe come Oscar Caprani di Blevio e ancora Michele Alippi, pasticcere di Mandello del Lario e Sergio Vecchiori, che raccoglie i rottami, viaggiando per la Lombardia. E c'è persino, questa segnatevela perché va oltre il ridicolo: la sezione di Como dei radioamatori. Loro, alla Rai dovrebbero saperlo, con le radio ci trasmettono, non ci guardano le fiction. Quindi, non sbadigliano.

Al contrario sono sempre pronti all'azione.

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