Politica

Nuova legislatura, vecchi sprechi: la Camera ci costa 3 milioni al giorno

Secondo il bilancio di previsione del 2013 la sola Camera dei deputati ci costerà un miliardo e 100 milioni di euro. Dieci milioni di euro per l'ampliamento del parcheggio riservato agli onorevoli

Mentre si naviga a vista sugli accordi politici per evitare il ritorno alle urne, la nuova legislatura seppur claudicante ha comunque iniziato a camminare. Ma anche se lo sforzo di cambiare il passo pare esserci da parte di tutti i partiti politici, spesso però solo a parole, i soldi che si spendono tutt'oggi per il funzionamento dell'assemblea sono ancora spropositati.
Secondo il bilancio di previsione del 2013 la sola Camera dei deputati ci costerà un miliardo e 100 milioni di euro, circa 3 milioni di euro al giorno. La cifra comprende tutte le voci di spesa, a partire dagli stipendi degli onorevoli con i relativi benefit, e vale la pena concentrarsi su quelli che sono alcuni costi di funzionamento della Camera. Voci per servizi e acquisti.

I punti oscuri sono molti, e il più clamoroso è un bando di appalto per l'ampliamento del parcheggio riservato agli onorevoli. Una decina di milioni di euro. L'assurdità sta nel fatto che tutte le forze politiche hanno scritto nei loro programmi elettorali la necessità inderogabile di dimezzare il numero dei parlamentari. Se, dunque, la legislatura andrà avanti è lecito aspettarsi che le Camere approveranno il taglio secco e drastico dei seggi e delle presenze in aula. E allora: che senso ha spendere milioni di euro per ampliare un parcheggio che poi dovrà essere utilizzato dalla metà degli attuali deputati?

Una seconda anomalia è rappresentata dai costi per le auto blu, 13 milioni di euro. Pare che in molti le abbiano ancora ma le usino a riparo dalle telecamere. I politici, visti i tempi, e seguendo le orme di Papa Francesco, si travestono da francescani. Escono dalle aule a piedi e si fanno venire a prendere dietro l'angolo, mentre sfila l'armata dei grillini in bicicletta. D'altronde il beau geste l'hanno fatto per primi i presidenti di Senato e Camera: hanno chiesto sacrifici ai dipendenti ma hanno rinunciato pure alle loro lussuose abitazioni a disposizione delle due cariche. Si sono pure autoridotti lo stipendio e promettono persino di lavorare di più. Anche se questo lo aveva promesso pure Gianfranco Fini. Via, dunque, tutti gli appartamenti di servizio, alla Camera. La decisione è stata presa, all'unanimità, dall'Ufficio di presidenza di Montecitorio che ha stabilito che né il presidente della Camera, né i 4 vice né i 3 Questori ne usufruiranno. La decisione potrebbe anche andare oltre il non uso: sul tappeto c'è infatti anche la valutazione della eventuale possibilità di restituire al Demanio gli appartamenti, o destinarli a uso diverso. Ed è stato deciso anche che le auto blu in uso alla Camera potranno essere utilizzate, per ragioni di servizio, solo per tragitti all'interno della Capitale o per raggiungerne gli aeroporti. Il parco auto di Montecitorio è composto da 10 auto di servizio, che devono servire per circa 70 persone: oltre al presidente della Camera, ovviamente, fra esse ci sono i titolari di cariche o presidenti di Commissioni o Giunte.
Mesi fa le macchine di rappresentanza erano state già tagliate nelle amministrazioni pubbliche. Nei primi undici mesi del 2012 la sforbiciata ha portato all'eliminazione di 2.431mila vetture, ovvero a un taglio del 25%. In altre parole, secondo il censimento permanente condotto dal dipartimento della Funzione Pubblica, è scomparsa dalla circolazione una su quattro delle auto di rappresentanza, munite di autista, in dotazione ai vertici delle amministrazioni. Ma ne restano ancora 7.290, concentrate soprattutto al Sud. Sempre nel periodo gennaio-novembre, allargando lo sguardo all'intero parco auto delle amministrazioni pubbliche, le vetture presenti scendono sotto la soglia delle 60mila (59.532). Ecco che il risparmio stimato sul solo 2012 è di oltre 160 milioni di euro.

Poi ci sono gli esorbitanti costi per la stampa degli atti parlamentari, 7 milioni e 200mila euro. Davvero strane le spese di stampa, visto che oggi ormai tutto viaggia sul web e tutti i documenti possono essere digitalizzati. Alla Camera dei deputati ancora ogni mattina, tutti i 630 deputati, ricevono regolarmente le trascrizioni cartacee delle sedute del giorno precedente. Pile e pile di carta che quasi sempre finiscono nel cestino dopo pochi minuti.
Quanto ai servizi, colpisce che soltanto gli ascensori di Montecitorio costino 540mila euro, mentre gli impianti di riscaldamento e di raffreddamento valgono una spesa di 17mila e 500 euro al giorno. Evidentemente anche per questo settore i progressi fatti della tecnologia per il risparmio energetico non valgono ancora per i parlamentari.
Ancora tre milioni e 369mila euro vengono stanziati per aggiornare i programmi software dei vari computer in dotazione degli eletti e per fotocopiatrici, toner e stampanti e 400mila euro volano via per i corsi di aggiornamento in informatica dei deputati.
E' passato già un mese dalle elezioni e i signori parlamentari non hanno fatto ancora nulla. A parte, naturalmente, incassare i 14mila euro di stipendio.

Insomma, come si dice sempre, cambiare tutto per non cambiare niente.

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