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"Operazione illegittima, siamo pronti a fare ricorso"

Il senatore Fi Maurizio Gasparri contro l'esito dell'assemblea di An: "Ha votato meno di un terzo di chi aveva diritto. E giù le mani dal tesoretto"

"Operazione illegittima, siamo pronti a fare ricorso"

Maurizio Gasparri, assieme ad Altero Matteoli e altri è rimasto fedele a Berlusconi ma contesta l'esito dell'assemblea della fondazione di An. Perché?
«Innanzitutto abbiamo contestato il metodo. La fondazione non poteva decidere sull'uso del simbolo».

E invece lo potranno utilizzare quelli di Fratelli d'Italia. C'è stato un voto.
«Contesto pure l'esito del voto. Gli iscritti in partenza erano più di mille. Hanno rinnovato l'iscrizione in meno di 700. Hanno votato per la mozione di La Russa, Meloni e Alemanno in 290; quindi meno di un terzo degli aventi diritto. E quei 400 che non hanno votato?».

Che farete quindi?
«Faremo ricorso. Ci sarà un contenzioso. Abbiamo numerosi legali all'interno della fondazione che troveranno la soluzione».

Sui soldi però sono tutti d'accordo: nessuno toccherà un euro, giusto?
«A parole lo dicono tutti. Sia quelli che stanno con Storace, Menia e Poli Bortone sia quelli che stanno con La Russa, Meloni e Alemanno».

E invece non sarà così?
«Deve essere così! Quel tesoretto rimanga congelato o lo si utilizzi per scopi ben precisi».

Tipo?
«Dedicare alcune risorse per tenere viva la memoria delle nostre antiche battaglie. Magari sovvenzionando un regista che voglia fare un film sui fratelli Mattei o uno scrittore che voglia pubblicare un libro sulla storia di Sergio Ramelli».

La fondazione ha anche un patrimonio di beni immobili. Che ne farete?
«Da tempo è stato emesso un bando con tutto l'elenco delle sedi della fondazione. Chi è interessato può stipulare un regolare contratto d'affitto, pagando s'intende».

Durante l'assemblea ci sono stati spintoni, pseudo risse, tensioni a non finire. Rigurgiti correntizi del vecchio Msi?
«Oggi (ieri per chi legge, ndr) s'è capito in maniera netta che il passato non torna. Non si può riavvolgere il nastro della storia».

Ossia An, o una “cosa nera”, non rinasce?
«Certo che no. E quello che è accaduto ne è la dimostrazione: sarebbe come rimettere il dentifricio nel tubetto. Impossibile».

Siete troppo divisi. Qualcuno potrebbe accusare: siete voi che siete diventati troppo berlusconiani.
«Rispondo che noi siamo coerenti. Sono i contenuti che caratterizzano chi è coerente con certi valori e chi no. Io mi sento coerente quando si parla di immigrazione, di coppie gay, di famiglia, di bipolarismo, di presidenzialismo. Altri hanno cambiato idea. E questo l'ho pure detto in assemblea».

Chiaro riferimento a Fini o sbaglio?
«Non sbaglia. Che però non ho citato perché non lo ritengo degno».

È lui che, sbandando a sinistra, vi ha distrutto?
«Ovvio. A conferma che la patente di destra la danno i contenuti. E i valori storici della destra sono meglio rappresentati in Forza Italia. E non da oggi».

Da quando?
«Mi viene in mente un aneddoto. 1998: Berlusconi per la prima volta sbandiera il Libro nero del comunismo e qualcuno commenta che il Cavaliere ci sta sorpassando a destra».

Vero?
«Ha detto le cose che noi dicevamo da tempo. E continua a dirle. A differenza di altri».

Il vostro mondo, quello degli ex Msi o ex An è andato in frantumi. Quanto soffre umanamente?
«Mi dispiace molto. Ma le divisioni erano emerse già da tempo. Nel 2006 e poi, più tardi, nel 2008 e gli anni a seguire.

Di chi la colpa? Principalmente di Fini».

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