Politica

Ora i cattolici (di sinistra) appoggiano il Monti-bis

Dal presidente della Acli a Bonanni, in centro firmano il Manifesto per la Terza Pubblica. Il progetto a sostegno dell'agenda Monti

Un nuovo contenitore al centro per superare i populismi di destra e di sinistra e garantire un approfondimento, dopo le prossime elezioni, dell'agenda intrapresa dal premier Mario Monti. È l’obiettivo del manifesto già soprannominato "l’appello dei cento". Sotto il titolo Verso la Terza Repubblica: la società civile e il rinnovamento della politica campeggiano infatti le firme di circa cento personalità (leggi qui). Tra i promotori il presidente della fondazione "ItaliaFutura" Luca Cordero di Montezemolo, il ministro all'Integrazione Andrea Riccardi, il presidente delle Acli Andrea Olivero, il presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai e il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni. E con loro numerosi esponenti del mondo civico riformista, cattolico e liberale.

"Questa iniziativa non c’entra niente con la cosa bianca, non c’entra col moderatismo - si affretta a spiegare Olivero - noi siamo riformisti e pensiamo che in questo paese si sia cambiato troppo poco, che sia mancato il coraggio". Tra gli obiettivi dei Cento c'è, infatti, quello di puntare al cambiamento valorizzando il lavoro finora svolto dal governo Monti. In una intervista al Giornale Radio Rai, Montezemolo ha spiegato che l'appello è rivolto a "tutti gli italiani", ma con un occhio particolare al mondo cattolico e alla società civile affinché si facciano coinvolgere direttamente in un processo di rigenerazione del Paese che "non merita di trovarsi in questa situazione". Un centinaio, appunto, le firme apposte al Manifesto, che verrà presentato formalmente in un appuntamento convocato per il prossimo 17 novembre a Roma. Tra queste Ernesto Auci, Raffaele Bonanni, Carlo Calenda, Andrea Carandini, Mario Ceroli, Carlo Costalli, Stefano Dambruosio, Francesco De Gregori, Lorenzo Dellai, Pietro Ferrari, Edoardo Nnesi, Andrea Oliverio, Beniamino Quintieri, Andrea Riccardi, Nicola Rossi, Florindo Rubbettino, Marco Simoni, Irene Tinagli e Riccardo Tozzi.

L'invito è aperto a tutti gli italiani che, "provenendo da culture e tradizioni diverse, condividano convinzioni e fiducia nel futuro del nostro Paese ponendo argine ai populismi di destra e di sinistra". Alla base del Manifesto, ha spiegato Montezemolo che, giusto un paio di giorni fa, ha lasciato la presidenza di Ntv, c'è un impegno concreto per "uscire dalla crisi italiana" e per "aprire una stagione di riforme di ispirazione democratica, popolare e liberale, legittimate dal voto, in continuità con quanto di meglio ha realizzato il governo Monti che ha avuto il merito di rasserenare il clima di intollerabile antagonismo della politica italiana e di restituire prestigio e credibilità all’Italia". Una tale soluzione, avverte però il Manifesto, "non verrà dai partiti politici così come li conosciamo, ma da una presa di responsabilità corale di forze sociali, culture civiche e realtà associative capaci di contribuire attivamente alla rigenerazione e al governo della nazione". Conseguente all'analisi la proposta.

"Nella consapevolezza che la Seconda Repubblica si sta dissolvendo lasciando una pesantissima eredità di sfiducia tra i cittadini, occorre mettere mano ad ogni sforzo per avviare - si legge nel manifesto - ’un urgente e radicale cambiamento della politica e una sua estesa apertura alla società civile, premessa per ogni tentativo di ricostruzione morale, politica ed economica del Paese".

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