Caso Sallusti

Ordine di arresto per il direttore "Ma io vado avanti a lavorare"

Gli agenti della Digos in redazione: Sallusti deve scontare la pena ai domiciliari Poi riunioni, interviste e telefonate di solidarietà. "Continuerò a dirigere il Giornale"

Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti
Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti

Milano - Tutti i giorni confeziona il Giornale, ma oggi è lui la notizia. Alessandro Sallusti scivola nell'imbuto che dovrebbe portarlo alla detenzione domiciliare: questa è l'indicazione della procura di Milano. Il direttore se l'aspettava e domenica aveva chiesto di poter incontrare il Cavaliere. I due si vedono ad Arcore domenica all'ora di pranzo e discutono di quella capriola continua che è diventata la politica: Silvio Berlusconi annuncia al direttore il progetto di una nuova Forza Italia. Si torna all'antico, poi viene affrontato il caso Sallusti. Il Cavaliere approva la linea della fermezza, la battaglia intrapresa per difendere, senza sconti e scorciatoie, il principio di libertà che sta alla radice del Giornale. Ma è preoccupato: si può anche leggere tutta questa vicenda con lo spartito dell'ironia, ma certo si va incontro a giornate difficili. Un fatto è sicuro: l'ex premier condivide la decisione già concordata fra Sallusti e il fratello Paolo, editore del Giornale: niente dimissioni. Il direttore continuerà a tenere il timone del quotidiano e scriverà gli editoriali, esattamente come è successo fino ad oggi. Domiciliari o non domiciliari, il Giornale resta quello di prima.
Fra una discussione e l'altra, Berlusconi offre al condannato «l'ultima sigaretta»: la serata a San Siro, al suo fianco, per vedere l'attesissimo match Milan-Juventus. Sallusti, che è tifoso juventino, assiste alla vittoria dei rossoneri.
Il lunedì più lungo comincia con la colazione, a casa, insieme ai colleghi del sito che hanno portato la telecamera e lo seguono a beneficio dei nostri lettori. Poi, al Giornale, come sempre. All'ingresso, ecco la sorpresa; uno striscione anonimo che recita: «Se i giusti non si oppongono sono già colpevoli. Coraggio direttore, sei un grande».
Ci siamo, o quasi. Alle 11.30 due agenti della Digos portano in redazione le carte che mettono in moto l'esecuzione del provvedimento. È finito il limbo di trenta giorni, quello in cui la classe politica ha pasticciato sul disegno di legge cosiddetto salva-Sallusti e che in realtà non ha salvato nessuno, nemmeno la decenza di chi l'ha voluto e poi affossato. Ora siamo nell'anticamera degli arresti blindati, nell'abitazione milanese del giornalista, o peggio, ipotesi da non scartare a priori, alla vigilia del trasferimento a San Vittore. Lo stabilirà, entro venerdì, il magistrato di sorveglianza. Un attimo prima di mezzogiorno, Sallusti fa il suo dovere di cronista e twitta: «Ricevuto ordine di arresto domiciliare». Giornali e agenzie rilanciano la notizia e qualcuno, già che c'è, aggiunge dettagli inventati: sarebbe stato Sallusti a chiedere la misura soft dei domiciliari. Peccato che l'iniziativa sia del procuratore Edmondo Bruti Liberati e che il giornalista sia, più o meno tranquillamente, in attesa di conoscere il proprio destino.
Intanto, il direttore incontra l'avvocato Valentina Ramella per studiare il percorso delle prossime ore. Poi saluta la sua compagna Daniela Santanchè che ai microfoni di Tgcom24 è stata affilata, come sempre: «Il mio dolore è intimo, ma dal punto di vista politico questa è una barbarie. Napolitano e Monti cosa risponderanno a chi gli chiede come mai il direttore di un giornale è ai domiciliari?»
Purtroppo il dibattito si è trasformato in un fregio barocco finché, fra emendamenti e correzioni, i parlamentari non hanno perso per strada il testo. E la chance di tutelare la libertà d'informazione, senza per questo venire meno al dovere, altrettanto sacrosanto, di difendere le vittime della diffamazione. Dopo uno spicchio di vita privata - il pranzo veloce con il figlio Massimiliano - e una raffica di interviste, Sallusti riprende la frenetica routine di redazione. Riunioni, telefonate, oggi anche di solidarietà, la scrittura dell'editoriale. E una mail inviata a tutto l'equipaggio del quotidiano di via Negri: «È mia intenzione, dopo averne discusso con l'editore, continuare a dirigere il Giornale in qualsiasi caso». Si naviga a vista e si aspetta.


Totalmente dalla parte di Sallusti:
domiciliari in nome di una legge
fascista che fa
ancora comodo

Tutta la mia
solidarietà a Sallusti. Gli arresti domiciliari per
un direttore sono un'ingiustizia

Siamo vicini
al direttore
Una decisione incomprensibile per chi ha a cuore la libertà di stampa

Ha vinto il fronte del carcere, spero che la stampa
lo rilevi. Noi abbiamo agito su un caso d'attualità

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