Cronache

Da Paestum a Metaponto: le spiagge a rischio requiem

Viaggio tra i luoghi italiani minacciati dall'erosione costiera. Nell'ultimo decennio spariti 600mila metri quadrati di arenile 

Da Paestum a Metaponto: le spiagge a rischio requiem

C'è una straordinaria ricchezza, in Italia, che rischiamo di perdere. Sono le spiagge, un patrimonio per oltre 8.000 km, un vanto naturale e paesaggistico unico al mondo. Non ce ne accorgiamo, eppure si assottigliano sempre più, rischiano di scomparire proprio sotto i nostri occhi. Il 42% dei litorali italiani è minacciato dall'erosione costiera, che nell'ultimo decennio ha cancellato 600.000 metri quadrati di spiagge. Tra le regioni più colpite, il Molise (91% della costa è minacciato dall'erosione), la Puglia (65%) e l'Abruzzo (61%).

L'erosione costiera è un fenomeno relativamente recente, come spiega il professor Enzo Pranzini, docente all'Università di Firenze: «È cominciata a fine Ottocento, fino ad allora le spiagge erano in avanzamento. L'accelerazione è stata causata soprattutto dal mancato apporto di sedimenti dai fiumi, che sono stati dragati per prelevare materiali da costruzione. I fiumi portano meno al mare, il mare invece si comporta allo stesso modo: e così si scatena il fenomeno». Di per sé l'erosione non avrebbe effetti catastrofici, se solo non si fosse costruito in prossimità della costa: le spiagge, arretrando, non trovano spazio, e perciò scompaiono. E niente spiagge vuol dire niente turismo: una condanna per i posti sul mare, che di turismo devono vivere.

Ci sono delle spiagge la cui sopravvivenza poggia su fragili basi. Metaponto, in provincia di Matera, è un luogo splendido, un tempo colonia greca (le Tavole Palatine sono la testimonianza più nota). In questo caso, il ruolo dei fiumi è emblematico. Qui ce ne sono cinque che scaricano in mare, ma la presenza di dighe artificiali ha impedito un rilascio corposo di sedimenti. Una situazione critica aggravata dalla costruzione, negli anni passati, di porti turistici, proprio alla foce del Basento. Così, la spiaggia di Metaponto è arretrata di 150 metri nell'ultimo periodo: in poche parole, se due anni fa si contavano sulla spiaggia almeno 5-6 file di ombrelloni, oggi quasi ovunque arrivano a stento a 3, e in qualche caso se ne presenta solo una.

Dallo Ionio all'Adriatico, fino a Montemarciano Marina, in provincia di Ancona. Qui il problema, dicono dal Comune, è la mancanza di scogliere che protegge la costa, presenti solamente dalla periferia sud della località fino a Falconara. Il Municipio ogni anno si impegna a rendere balneabile la sua spiaggia, mediante il trasporto in loco di ghiaia che si sviluppa altrove (in particolare nella zona di Senigallia). Una manutenzione annuale, per i 4 km di costa interessati, che costa circa 130mila euro. La situazione è molto delicata: la spiaggia è molto ridotta, non ci sono veri e propri stabilimenti balneari ma «chalet», ristorantini e bar che forniscono lettino e ombrellone. Il timore è che una forte mareggiata possa vanificare tutto: è ancora vivo il ricordo degli anni passati, quando la furia del mare ha eroso tratti di strada, danneggiato marciapiedi e portato via una parte di parcheggio adiacente l'arenile. E molte volte l'acqua è arrivata fino alle abitazioni, allagando numerosi garage.

Nei 40 chilometri che vanno da Pontecagnano a Paestum, a sud di Salerno, il progetto per arginare l'erosione c'è già. Prevede il posizionamento in acqua di barriere soffolte, per un costo di 70 milioni di euro di fondi comunitari. In questo modo, verrebbe contrastato il moto ondoso, che ha rosicchiato metri di spiaggia negli ultimi anni. Legambiente è però ostile al progetto: ci sarebbe il rischio di influire negativamente sull'esperienza dei bagnanti. Le barriere, infatti, comporterebbero uno scarso ricambio dell'acqua, che diventerebbe stagnante, e favorirebbe la proliferazione dell'alga tossica. Quando andiamo in spiaggia, ricordiamoci della fortuna su cui poggiamo i piedi.

E apprezziamola il più possibile.

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