Politica

Il pagamento elettronico? Un diritto del consumatore

di Claudio Borghi Aquilini

I cambiamenti portano sempre con sé resistenze. Anche i potentissimi agenti di cambio protestarono quando venne introdotta per la prima volta la Borsa telematica, eppure, dopo più di vent'anni dal suo lancio, a nessuno verrebbe più in mente di ritornare alle grida e agli scambi fatti con segni enigmatici delle mani. Normale quindi che la ventilata proposta del Governo di rendere obbligatorio per gli esercizi commerciali accettare pagamenti superiori a 50 euro con moneta elettronica abbia incontrato il no di sbarramento della Confcommercio, tuttavia sarebbe un errore bocciare a priori il provvedimento. Si noti bene, la proposta non dev'essere l'obbligo di pagare con carta di credito o bancomat, bensì il diritto da parte del consumatore di poter pagare scontrini elevati con lo strumento che preferisce, bancomat incluso. Se le cose saranno così impostate saremo quindi ben distanti dai deliri di tassazione o abolizione unilaterale del contante proposti da alcuni nostalgici del controllo totale stile Germania Est, ma al contrario si tratta di un passo verso una modernizzazione dei sistemi di pagamento che rischiano di vederci clamorosamente arretrati rispetto al resto del mondo, cosa gravissima per uno Stato a vocazione turistica come l'Italia.
Logico che a fronte di quello che per il cliente è un diritto, scatti simmetricamente l'obbligo per il commerciante di dotarsi di un sistema adatto ad accettare la moneta elettronica. La cosa, a fronte di costi non minimi e di commissioni bancarie oggettivamente alte, ovviamente non farà piacere all'associazione di categoria dei commercianti, specialmente in un momento non certo felice per l'economia, però i tempi sembrano essere maturi per uno sforzo. Sono ormai passati ben 40 anni dall'introduzione diffusa in Italia delle carte di credito e 30 dalla distribuzione significativa del bancomat: da allora la rivoluzione più significativa è stata quella digitale, soprattutto quella legata al trasferimento dati. Il limite insormontabile per un collegamento remoto dell'esercizio commerciale era la linea telefonica, oggettivamente difficile da portare in ogni luogo e costosa da gestire. Con la copertura quasi totale del territorio dalla rete dati di telefonia mobile questo ostacolo è stato superato e la tecnologia della fase di pagamento sta diventando sempre più sicura e semplice. Acquistare con bancomat e carta di credito è ormai immediato e sono già possibili pagamenti che sfruttano tecnologie ancora più nuove come la «near field communication», che consente di utilizzare il proprio telefonino come strumento di pagamento, semplicemente passandolo vicino ad un'apposita piastra. Sarebbe quindi opportuno che il Governo, invece di buttare soldi in spese inutili, impieghi risorse per incentivare i commercianti all'adozione della moneta elettronica e che, in parallelo, passi all'incasso dei non piccoli favori rivolti al mondo bancario per ottenere una riduzione significativa delle commissioni che, in ogni caso, sarebbero compensate dall'aumentare delle transazioni. É di tutta evidenza che ci sono ampi strati della popolazione italiana (gli anziani in primis) che rifiuteranno la novità, ma un commerciante che vende articoli di alto prezzo non può essere considerato un vecchietto refrattario alla tecnologia, quindi il passo corretto è proprio quello di iniziare con l'obbligo di accettare una carta, con tutti gli incentivi possibili ma una tempo definito per adattarsi.

Se siamo riusciti a sopravvivere alla risintonizzazione dei canali televisivi credo che non sia impossibile per un esercizio commerciale di importi non minimi fornire questo ulteriore servizio alla sua clientela.

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