Cronache

"Papà mi manda solo" Così la vacanza si fa baby

Ormai già a tre anni i piccoli vogliono decidere dove andare in ferie. Si moltiplicano le offerte: dall'avventura allo sport, fino ai kinderhotel

"Papà mi manda solo" Così la vacanza si fa baby

All'insegna di «Papà ci manda soli», l'Italia prova a colmare il gap con i paesi nordici che in fatto di vacanze per bambini sono decisamente all'avanguardia. È il messaggio che arriva dal decimo Children's tour, l'unico salone italiano delle vacanze 0-14 ideato da Studio lobo in programma a Modenafiere da oggi a domenica. Tutto su come far trascorrere vacanze elettrizzanti ai piccoli, dove il contesto di crisi non aiuta certo a programmare lunghi soggiorni.
Ci si attrezza così con esperienze estremamente coinvolgenti, tra l'avventura e lo sport, che sono il must delle tendenze 2013 in fatto di turismo per i più piccoli: ci sono operatori che offrono vacanze all inclusive per insegnare ai bimbi a portare da soli una barca a vela. Anche perché a giudicare dai dati emersi dall'«Osservatorio nazionale sul turismo giovanile» commissionato dagli organizzatori a Iscom group, paletta, secchiello e sfide sulla sabbia infuocata a boccette non bastano più.
I bambini e i ragazzini sono diventati così esigenti da condizionare la scelta non solo della tipologia di vacanza, ma anche il luogo. «Anche fin dai 3 anni sono gusti ed esigenze dei minori a orientare le scelte dei genitori - spiega al Giornale l'autrice dello studio, Francesca Ragazzini - Poco tempo, pochi soldi. Mamma e papà devono concentrare il massimo degli sforzi economici nel soddisfare le esigenze dei piccoli».
Ma rinunciare alla vacanza nel paese del sole, non se ne parla. Emerge così un quadro confortante circa la presenza di famiglie italiane in vacanza, a dispetto della crisi. Ben il 76 per cento di queste ha portato i figli almeno una settimana al mare o in montagna. Ma si abbassa anche la soglia in cui anche il bimbo può dire: papà mi manda solo. Ora si inizia a 8 anni con campeggi parrocchiali o con associazioni laiche. Mentre è già dai 13/14 anni che i ragazzini possono sperimentare la «prima volta» di una mini-vacanza con gli amici. Precocità? Può darsi, il fatto è che se per il mondo del lavoro sono ancora bamboccioni, i nostri figli hanno già le idee chiare nella scelta della vacanza.
Il 14,5% delle famiglie intervistate ha bambini che viaggiano da soli, circa un milione e 300 mila piccoli in giro per il Belpaese, con educatori, zii o parenti. «Cresce la vacanza culturale nelle città d'arte - spiega l'esperta - Segno che anche i bambini iniziano ad apprezzare le amenità del Belpaese». Anche perché, vista la crisi, l'80% delle vacanze delle famiglie italiane si fanno sul territorio nazionale. Un dato che fa riflettere se si collega al fatto che oltre al campeggio e al villaggio super accessoriato, le famiglie cercano sempre più la casa di parenti o amici per trascorrere almeno una settimana di relax. In calo l'hotel (29%) anche a causa della difficoltà che ha il nostro Paese a coniugare l'offerta turistica family friendly in ragione del portafoglio, con promozioni ad hoc. «In Trentino - prosegue Ragazzini - con i kinderhotel importati dall'Austria e dalla Baviera c'è già un buon servizio. La Romagna si attrezza a modo suo, ma offre comunque soluzioni ottimali».

E il resto d'Italia? Quello è ancora un tasto dolente, mancano politiche familiari di lungo respiro vantaggiose per chi ha più di due figli.

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