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Passaporto russo al Cav? Il Cremlino: pure fantasie

Era stato già Berlusconi a chiarire: "Non prevedo scappatoie straniere". E il Cremlino conferma. Putin: "Niente ingerenza su vostre questioni interne"

Passaporto russo al Cav? Il Cremlino: pure fantasie

Dopo un colloquio privato di due ore e mezza, il presidente russo Vladimir Putin ha lasciato Palazzo Grazioli e il suo amico Silvio Berlusconi. Il leader del Cremlino si era recato nella residenza del Cavaliere alle 22.30, dopo l’incontro al Colle con il presidente Napolitano, riservando all’ex premier il colloquio più lungo nella sua visita a Roma. "Pure fantasie": così il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha definito le voci diffusesi nei giorni scorsi sulla stampa italiana secondo cui Vladimir Putin intende concedere un passaporto russo a Berlusconi, dopo che gli è stato ritirato quello italiano per le sue vicende giudiziarie. Tra l'altro, era stato lo stesso Berlusconi a smentire l’eventualità: "È un’ipotesi che non ho mai considerato, desidero che la mia innocenza venga fuori a tutto tondo, io sono italiano al cento per cento e non prevedo scappatoie straniere. Nessuna offerta di passaporto, nemmeno per sogno né dalla Russia né da altri paesi".

Al termine del vertice italo-russo di Trieste il presidente russo Putin ha detto: "Con Berlusconi abbiamo rapporti amichevoli", che "non cambieranno a seconda della congiuntura italiana" ma "non intendiamo ingerire in affari interni dei nostri partner, compresa l’Italia".

Poi ha aggiunto: "Berlusconi ha fatto molto per lo sviluppo dei rapporti tra Italia e Russia".

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