Politica

"Passera? Sull’asta tv o maldestro o furbo"

L’ira di Cicchitto dopo il via alla gara: "Ministro mediocre". E Confalonieri: "Penalizza noi e la Rai. Non so se parteciperemo"

"Passera? Sull’asta tv  o maldestro o furbo"

Milano Lo scontro sulle frequenze tv è ormai al calor bianco. E dai palazzi della politica si sposta a Cologno Monzese: l’assemblea di Mediaset è appena terminata e il presidente Fedele Confalonieri parla chiaro. «Del ministro Passera ho un’eccellente opinione. Ma anche i preti sbagliano a dir messa. E Passera sulle frequenze tv ha sbagliato. Di fatto, Gentiloni è tornato ministro: perché queste sono le sue tesi». E ora che cosa succederà? «Non sappiamo se parteciperemo all’asta delle frequenze: vedremo la disciplina che farà l’Agcom. Ma stando a quel che si legge, potrebbero partecipare solo Sky e La7». In base a quanto disposto dal nuovo testo di legge, infatti, la gara impone un tetto di 5 multiplex per operatore, soglia che Mediaset e Rai potrebbero raggiungere con la conversione delle frequenze del mobile tv a digitale terrestre se questa avvenisse prima della gara.

«È una questione politica - ribadisce il presidente di Mediaset -: si fanno i gargarismi con la parola crescita e ora le due più importanti aziende che investono nel settore televisivo, cioè noi e la Rai, vengono stoppate, è inutile girarci intorno». Il beauty contest, sottolinea, non significa un regalo e la polemica sulla gratuità è strumentale: «Questo è il frutto di una campagna ossessiva, martellante, maniacale. In giro per il mondo non ci sono aste per le frequenze tv, anzi, altrove gli stati le davano gratis. Mediaset le sue frequenze le ha pagate tutte, anche quella Dbvh, oggi all’onore delle cronache come l’ennesimo regalo. E noi comunque -conclude il presidente di Mediaset, così come ha già confermato agli azionisti in assemblea - andremo avanti per difendere i nostri diritti».

Il ricorso contro la sospensione del beauty contest, decisa con un provvedimento ministeriale del 20 gennaio, è già stato depositato al Tar del Lazio il 13 marzo: «Non abbiamo immediatamente necessità di spazio trasmissivo - precisa il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi - ma rappresenta un valore ed è fondamentale quindi avere questa possibilità».

Dal canto suo, Corrado Passera si difende: «Il testo dell’emendamento sull’asta per le frequenze tv è stato per parecchie ore a disposizione di tutti e poi consegnato alla commissione, la chiarificazione fatta nel testo non impedisce a nessuno di partecipare alla gara». Per il ministro dello Sviluppo economico i «vincoli nell’emendamento approvato sono gli stessi della precedente procedura beauty contest. Non abbiamo mai voluto modificarli, sono sempre quelli che erano stati decisi in ambito Ue». In suo aiuto, accorre lo stesso premier: «Per quanto riguarda il beauty contest - afferma Mario Monti - il governo ha preso una decisione che appoggio e difendo». E rispunta lo stesso Gentiloni: «Mi sembra un polverone immotivato», afferma l’ex ministro delle Comunicazioni, oggi responsabile Pd per l’agenda digitale.

Ma il Pdl contrattacca: «Passera studi le carte. E impari a studiare». Così Paolo Romani, ex ministro dello Sviluppo economico: «Prendiamo atto - ha osservato - del vulnus politico che si è venuto a creare in commissione Finanze sul beauty contest. Ma certo non metteremo in crisi il governo per questa vicenda. Resta il fatto, però, che un ministro ha violato degli accordi presi in precedenza con il Pdl». Durissimo Fabrizio Cicchitto: «Un mediocre incidente provocato da un mediocre ministro. La vicenda è provocata almeno in parte da lui, che non si capisce se è troppo maldestro o troppo furbo».

Passera, secondo il capogruppo Pdl alla Camera, «si è mosso in modo del tutto ambiguo, causando una situazione di tensione e assumendosi anche la responsabilità di provocare una divisione politica in commissione Finanze».

Commenti