Politica

"Un patto dei quarantenni insieme a Renzi"

Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, da cosa nasce la proposta rivolta al segretario del Pd Renzi di un «patto dei quarantenni»?
«La legge di Stabilità, tra un regalo a Sorgenia e uno alle banche, ha tagliato del 30% circa il Fondo nazionale infanzia e adolescenza che nel 2014 ammonta a soli 28 milioni. Un Paese che taglia sui propri figlie e sulle giovani generazioni perde il diritto di parlare di futuro».

Perché non si è rivolta a Letta?
«Gli ho scritto il 5 novembre come presidente della Bicamerale per denunciare la vicenda e non si è degnato di rispondermi. Ho fatto in modo che si presentassero emendamenti per ripristinare il Fondo ai 39 milioni del 2013 e il governo ha sempre dato parere negativo sia in commissione che in Aula. Alla fine il relatore ha aggiunto 2 milioni in più per pietà».

Anche sul caso-Congo il governo è stato inefficace.
«Genitori italiani costretti ad abbandonare nell'incertezza bambini che sentivano già come figli. Dopo il fallimento di Bonino e Kyenge, Letta si è limitato a una telefonata per poi scappare in Croazia per le vacanze».

Quindi lancia l'appello a Renzi.
«Quasi due milioni di bambini sono sotto la soglia di povertà, tra loro 950mila hanno tra zero e sei anni. La legge di Stabilità si accanisce contro le famiglie già duramente colpite dalla crisi. Renzi ha detto che il governo dovrà cambiare rotta. Allora, stringiamo un patto tra quarantenni per i quarantenni del futuro, i nostri figli».

Quali sono le priorità?
«Oltre al Fondo per l'Infanzia che si rivolge a 15 grandi città, bisogna riaprire i capitoli del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, del Fondo per i nidi e del Fondo nazionale per le politiche sociali. Gli investimenti per le famiglie sono da anni ai livelli minimi. E la delega per la famiglia se l'è tenuta Letta dopo le dimissioni di Josefa Idem».

Si fida di Renzi che, rilanciando il tema delle unioni civili, sembra rivolgersi ad altre famiglie?
«Meglio cominciare dai giovanissimi che dalla revisione della Bossi-Fini. L'Italia è al primo posto in Europa per spesa sociale destinata agli anziani, mentre siamo al diciottesimo per quella rivolta alle famiglie e all'infanzia. Bisogna cambiare un Paese governato da vecchi che pensano a se stessi e non alle giovani generazioni».

Il Pd ha la tendenza ad aumentare le tasse per fare spesa. Come si può essere sicuri che questo nobile scopo non venga strumentalizzato?
«Fare politica è scegliere. Ci sono sicuramente spese da tagliare per aumentare le risorse per i giovani.

Dobbiamo avere coraggio».

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