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Persino Lucia scopre che la sinistra insulta

La Annunziata litiga con Rutelli a In 1/2 ora e si sfoga in diretta: "Non mi tratti da deficiente, lo fa già la Guzzanti". Guarda il video

Persino Lucia scopre che la sinistra insulta

Il corpo a corpo sul ring di In 1/2 ora finisce in modo inaspettato. Con Lucia Annunziata che punta lo strabismo di Venere nell’occhio pallato di Francesco Rutelli e dice una cosa che apparentemente non c’entra nulla, ma la dice lunga: «Non mi tratti come una deficiente, mi ci trattano già moltissime persone, a cominciare da Sabina Guzzanti».
Avrebbe potuto dire porti rispetto che l’inguaiato è lei, o metterlo alla porta. Non sarebbe stata una cosa nuova, ché Lucia disse di sé «io non mi arrabbio mai» ma non è vero, si arrabbia eccome e non sa trattenere l’ira. Lasciò il salotto di Santoro, e sì che «Michele per me è forse più che un amico», accusando il di lui Annozero di dar conto delle sole ragioni palestinesi. Si dimise da Rai3 solo perché il direttore Paolo Ruffini aveva scordato di inserire la sua trasmissione in cartellina, e tornò solo dopo averne ricevuto sentite scuse. E negli anni ha litigato più o meno con tutti. E invece eccola citare la Guzzanti, palesando l’insofferenza per quell’imitazione che ne sottolinea lo sguardo laterale e le consonanti irrimediabilmente fuori posto, ma anche immodestia e incoerenza. Il Rutelli che l’ha fatta inalberare ieri è solo la goccia in cima al vaso. È l’intellighenzia, bellezza. Rutelli alle prese con il pasticciaccio brutto dell’ex tesoriere Lusi, viene da te perché casa tua è casa sua, e dà per scontato che non lo pugnalerai. Ma se tu lo incalzi come lavorassi, chessò, al Giornale, allora sei una nemica, con l’aggravante del tradimento.
Non ne può più, la Annunziata. Lei, corrispondente da metà del mondo e inviata nell’altra metà, già presidente Rai, editorialista e pluripremiata, finita così, sbeffeggiata da una Guzzanti qualsiasi. Lei, la sola giornalista che D’Alema (uno che se pensa ai giornalisti vede un branco di iene da abbattere) ha definito «amica», finita così, rintuzzata da Cicciobello. Cercava solo di porgli una domanda, al leader Api che secondo l’Espresso ha preso il vil danaro da Lusi. La domanda era: «Che c’è di male nel fatto che lei ha ricevuto quei soldi?». Ma Rutelli s’è inalberato subito: «Mi faccia dire: mo’ bbasta». Eh, no, «è venuto qua...», e lui a darle sulla voce: «Ma continua a dirlo? Non ricevo un centesimo, li do, li do! Ma insiste?», «Insisto perché l’Espresso...», «L’ho querelato, vuol farsi querelare anche lei?», «Sì dai, forza».
È qui che lo scontro diventa altro, e scatta l’insofferenza per l’appartenenza di «area». Cambiano gli sguardi, infatti. Rutelli sfodera quello del «Tu quoque?». La Annunziata s’inietta di sangue, la vena che dalla fronte le si gonfia fino al collo spalancandole la bocca in un ringhio. Ripete la dannata domanda, lui sbotta: «Ma lei mi ascolta o segue solo la sua scaletta?». Lei offesa: «Non seguo la scaletta, io...». Lui rabbioso: «Ho finanziato di tasca mia e ancora mi rompete le palle?». Lei prova a conciliare: «Avevo bisogno che lei ripetesse queste cose», ma lui umiliante: «Ne aveva bisogno per dormire tranquilla stanotte? Va bè, ho fatto una buona azione». Vien da chiedersi se avrebbe usato egual tono con un Santoro, comunque è troppo: «Senta Rutelli, anch’io faccio un mestiere che ha una certa funzione pubblica, ogni tanto anche a noi giornalisti dateci la capacità...». Ecco il punto. Portate rispetto, anche se siamo amici. Lui interrompe: «Ho risposto l’altro giorno per due ore e mezza». «Era una conferenza stampa, siamo in un’altra situazione. Non mi tratti come una deficiente per favore». «Non mi permetterei mai», sorride lui. «Mi ci trattano moltissime persone, a cominciare da Sabina Guzzanti, sono abituata».
Dirà lui più tardi che «è stata una bella battaglia. Incavolarsi è utile». Sarà. Ma per dirla con Lusi: «Più dico io, più parla lui. Sono interessato a sapere cosa c’è scritto nell’esposto di Rutelli. Un giorno qualcuno me lo dirà».

Forse la Guzzanti, che ieri allo sfogo di Lucia ha risposto impietosa: «Più ghe teficende tirei ampiziosa, gon bosizioni ti comoto, non brobrio intibendende ma gome tandi del resdo».

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