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Il pirata che ha ammazzato Beatrice è già uscito dal carcere Il padre: «Mia figlia uccisa anche dalle leggi»

Ha investito e ucciso una 16enne in bicicletta, non si è fermato per soccorrerla, si è reso irreperibile e si è costituito soltanto dopo una settimana. Eppure Gabardi El Habib, il pirata della strada che il 10 luglio ha travolto a Gorgonzola (Milano) Beatrice Papetti, è già stato scarcerato e ora è ai domiciliari. Lo ha deciso il gip di Milano. Dopo l'arresto, il pm titolare delle indagini condotte dai carabinieri, aveva chiesto il carcere come misura cautelare per il marocchino, mentre la difesa, con l'avvocato Giovanni Marchese, aveva chiesto i domiciliari, spiegando anche che l'uomo «non è un pirata della strada».
Alla fine il gip, dopo l'interrogatorio di garanzia di ieri durante il quale l'uomo ha risposto a tutte le domande, ha deciso di disporre gli arresti domiciliari, perchè, da quanto si è saputo, è una misura idonea a garantire le esigenze cautelari: principalmente il pericolo di reiterazione del reato e poi quelli di fuga e di inquinamento probatorio. L'uomo, infatti, è accusato di omicidio ma nella forma colposa. E anche l'altro reato contestato, l'omissione di soccorso, non prevede la misura cautelare in carcere. «Le leggi italiane hanno ucciso mia figlia per la seconda volta» ha commentato Nerio Papetti, il padre di Beatrice, secondo il quale la decisione di disporre gli arresti domiciliari per l'investitore è «assolutamente inaccettabile».

«Non è normale che accadano disgrazie simili e che il responsabile vada fuori», ha concluso il padre di Beatrice.

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