Cronache

Le Poste non recapitano la diagnosi: malata senza cure

A Treviso donna costretta a ritardare l'inizio della chemioterapia. Il plico recuperato dai carabinieri. L'azienda chiede scusa per il "grave disagio"

Le Poste non recapitano la diagnosi: malata senza cure

Fino a ieri sera in questa storia incredibile mancava un pezzo fondamentale. Ed era la versione dei fatti fornita da Poste Italiane. Il pezzo mancante è arrivato solo alle 18.30, dopo una giornata di polemiche succedute all'articolo pubblicato dal Gazzettino. Una vicenda assurda che il quotidiano del Nord-Est titolava così: «Mancano i postini: mamma riceve la diagnosi del tumore dopo un mese», sommario: «Una giovane donna ricorre ai carabinieri e rintraccia tra i plichi rimasti inevasi la lettera dell'ospedale». I militari sono dunque intervenuti nell'ufficio postale di Mareno di Piave (Treviso) recuperando il 16 gennaio, tra diversi metri cubi di posta giacente, il documento spedito dai medici il 27 dicembre. Possibile? Le cose stano davvero così? Le Poste - evidentemente dopo un lungo travaglio - sono state costrette ad ammettere tutto: «Poste Italiane è profondamente rammaricata per l'episodio di Mareno di Piave e porge le sue scuse più sincere alla signora per l'accaduto». Il ritardo - è spiegato dall'azienda - scaturisce da una serie di circostanze concomitanti originate da un picco di lavorazioni per via delle festività natalizie e dalla improvvisa assenza di numerosi portalettere. A causa di questo, il plico - «affrancato il 31 dicembre e non il 27», tengono a precisare alle Poste - è rimasto depositato nell'ufficio postale in attesa di consegna. «Poter spiegare le ragioni alla base dell'episodio - ammette l'azienda - non può dissipare ovviamente l'amarezza per quanto avvenuto né il grave disagio sopportato dalla signora, per il quale ancora ci scusiamo». Fin qui Poste Italiane, cui va dato atto dell'onesta con cui ha ammesso l'errore. Resta però la gravità del disservizio che ha costretto la donna, madre di due bambini, a iniziare in ritardo la chemioterapia. Dura la reazione del presidente del Veneto, Luca Zaia: «Chi ha sbagliato deve assumersi tutte le sue responsabilità. Si tratta di un episodio vergognoso che in Veneto (ma anche nel resto d'Italia, ci permettiamo di aggiungere noi ndr) non deve più accadere». «Questa donna - continua un infervorato Zaia - ha ritardato la propria terapia senza motivo. Non si può giocare con la salute dei cittadini in questo modo e lasciare che gli esiti di un esame finisco in una pila di posta dimenticata. Mi dispiace ed esprimo la mia solidarietà a questa donna per quanto successo». Interrogazioni parlamentari sono state presentate anche dalla deputata del Pd, Simonetta Rubinato, e dal senatore Udc, Antonio De Poli.

La politica va giù duro, ma anche lei ha molto da farsi perdonare.

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