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Bancomat obbligatorio, l'ennesima stangata

Artigiani e commercianti dovranno dotarsi del sistema per pagamenti sopra i 30 euro. La Cgia: "Costa 1.200 euro l'anno"

Bancomat obbligatorio, l'ennesima stangata

Che sia la piccola parrucchiera di provincia, lo studio dentistico associato o il venditore ambulante, non fa differenza. Da oggi, chiunque (senza limiti di incasso) sia in grado di fornire un servizio ai consumatori dovrà dotarsi di un point of sale, il cosiddetto Pos, quel dispositivo che ricorda i primi ingombranti cellulari e che permette di effettuare un pagamento con bancomat, carta di credito o debito. Almeno in via di principio, nessuno potrà più rifiutarsi di accettare un pagamento tracciabile, purché la somma dovuta superi i 30 euro.
Dopo lo stop ai pagamenti cash sopra i mille euro, è l'ultimo regalo del governo Monti, quello che oggi commercianti, artigiani e liberi professionisti si preparano a scartare. «Un pacco che costerà 5 miliardi alle imprese», calcola Confesercenti, e «1.200 euro in più all'anno tra canone mensile, annuale e percentuale di commissione sull'incasso», aggiunge la Cgia di Mestre prendendo a riferimento un'azienda con 100mila euro di ricavi l'anno.
«Chi ha voluto questa legge - polemizza il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - ha idea di quali costi dovranno sostenere queste aziende?». A conti fatti, si tratta di una «tassa superiore per esborso al gettito Irpef, e che rischia - rincara la Confesercenti - di mettere in difficoltà le imprese proprio quando si vedono i primi barlumi di ripresa». Alle polemiche delle associazioni di categoria, fanno da contraltare le motivazioni del provvedimento nato, nelle intenzioni, per dichiarare guerra all'evasione (circa il 17% del Pil), dissuadendo dall'utilizzo, ancora troppo diffuso, del contante: secondo Bankitalia, i pagamenti elettronici pro capite sono 74 l'anno contro i 194 dell'Eurozona.
Una battaglia legittima che, tuttavia, nasce male, con le armi più che spuntate. Il provvedimento non prevede, infatti, una sanzione per chi non dovesse adeguarsi. E anche se nelle ultime ore si fa insistente la voce secondo la quale, in una seconda fase, il governo potrebbe prevedere multe per chi non dovesse adeguarsi, quello che il Codacons definisce come «il solito pasticcio all'italiana» diventa realtà, tra la rabbia di artigiani e imprese e lo sconcerto dei consumatori. «Così com'è configurato, l'intervento è squilibrato, poiché sposta l'intero onere dell'operazione sugli esercenti con un'incidenza ancora maggiore per chi ha piccoli margini», replicano le associazioni di categoria.
A finire sul banco degli imputati sono così, ancora una volta, le banche che, per altro, negli ultimi mesi hanno puntato molto sullo sviluppo dei pagamenti contactless, anche attraverso l'utilizzo di smartphone. «Questa norma non serve a combattere l'evasione fiscale, ma soltanto a favorire gli interessi delle banche e delle società esercenti le carte di credito» commenta il presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti.
E se parlando all'assemblea di Confcommercio e Confesercenti il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi promette di «attivare un tavolo di confronto per ridurre i costi legati alla disponibilità e all'utilizzo dei Pos», l'Adusbef non ci sta e invita alla «disobbedienza generale» già da oggi. La paura, alla fine, è che gli oneri possano essere fatti pagare (con un ritocco dei prezzi) ai consumatori.
E pensare che il provvedimento è stato a «bagno maria» per due anni, dal decreto crescita varato nel 2012 dall'allora governo Monti. E, con ogni probabilità, le polemiche scoppiate in queste ore obbligheranno l'esecutivo a rimetterci mano. «La tracciabilità è sacrosanta - spiega Stefano Pedica del Pd - ma non bisogna fare pagare le commissioni e se si introduce una norma bisogna farla rispettare».
In questo bailamme normativo, per le imprese sono ore caldissime. E la questione dei Pos rischia di impallidire alla luce dell'ultimo blitz di governo che ha reintrodotto l'anatocismo: la prassi bancaria che calcola gli interessi sugli interessi di un debito. Rispetto al passato cambia solo il fatto che il calcolo non potrà più avvenire ogni tre mesi, ma solo ogni anno.

Magrissima consolazione.

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