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Il premier Letta tentenna sui marò

Il presidente del Consiglio risponde all'interrogazione della Meloni: "Ribadisco l’impegno per la soluzione"

Il premier Letta tentenna sui marò

Nel question time alla Camera Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) con un'interrogazione parlamentare chiede conto al presidente del Consiglio sul caso dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, bloccati in India dal febbraio 2012 con l'accusa di aver uccisio due pescatori. Meloni definisce "umiliante" la "sequela di soprusi da parte dell’India sopportati dall’Italia" dopo che ai due militari sono state rivolte "accuse pretestuose".

"L’ho detto nel discorso programmatico - risponde Letta - il rientro in patria è un impegno del nostro Governo. Ho formato subito un comitato di ministri, in cui abbiamo nominato Staffan De Mistura inviato della presidenza del Consiglio in India. De Mistura si è recato in India tre volte in 70 giorni. Il nostro obiettivo resta risolvere la questione in modo equo". Quando la vicenda dei marò sarà conclusa, puntualizza il capo del governo, "dovremo confrontarci per bene su come è stata gestita dall’inizio questa vicenda". Implicita la punzecchiatura a chi c'era prima di lui a Palazzo Chigi (e alla Farnesina). Ma Letta invita tutti a concentrarsi sull'obiettivo: "Dobbiamo evitare polemiche e strumentalizzazioni che potrebbero compromettere il buon esito di questa vicenda che, questo lo so, non lo vuole nessuno dentro e fuori quest’aula". Il premier ricostruisce il procedimento cui sono sottoposti i due militari italiani: oggi, in sede di deposizione, La Torre e Girone hanno ribadito "che operavano come agenti di Stato, come previsto dal diritto, e noi ribadiremo la richiesta di esercitare la nostra giurisdizione sul caso, come dimostra l’apertura di due distinti procedimenti, e di far valere la loro immunità come agenti dello Stato".

La risposta del presidente del Consiglio non "soddisfa" Giorgia Meloni. La parlamentare, nella sua replica, lo dice chiaramente: "Se il polso che muove gli armamenti delle nostre Forze Armate deve essere così debole - ribatte la Meloni a Letta - forse vale la pena di risparmiare i soldi degli F35 e utilizzare quelle risorse per acquistare una bella partita di spaghetti e mandolini. Il gruppo di Fratelli d’Italia non può ritenersi soddisfatto della sua risposta, presidente Letta, e non intende recedere di un passo sulla vicenda dei due fucilieri di Marina indebitamente detenuti in India, perché è una questione che riguarda non solamente la vita di due nostri militari ma la dignità della Nazione. Penso che l’Italia dovrebbe richiamare il nostro Ambasciatore a Nuova Delhi, per evitare di fargli fare altre figuracce, e che dovrebbe rimandare indietro l’Ambasciatore indiano in Italia così evitiamo di farci raccontare altre menzogne". Gesti molto forti, quelli suggeriti dalla Meloni. Sicuramente di rottura. Ma fino ad ora attendismo e mediazione hanno prodotto ben pochi risultati.

"Presidente Letta - prosegue la Meloni - lei ci viene a raccontare quanto dura il procedimento in India quando il vero tema è che quel procedimento non dovrebbe svolgersi in India. Noi siamo stati molto duri nei confronti del governo Monti per come aveva gestito questa situazione, ma alla goffaggine di quell’Esecutivo voi avete risposto con il nulla assoluto. E mi chiedo cos’altro deve accettare l’Italia prima di vedere un sussulto di dignità da parte del proprio governo. Noi abbiamo gli strumenti per far valere le ragioni dell’Italia sul piano internazionale e uno di quelli che avremmo dovuto attivare fin dall'inizio era coinvolgere le Organizzazioni sovranazionali delle quali facciamo parte, perché non facciamo parte dell’Unione Europea solamente per prendere ordini dalla Merkel e non facciamo parte della Nato solamente per mandare i nostri ragazzi a morire in Afghanistan. Noi facciamo parte di queste Organizzazioni anche per avere solidarietà dai nostri alleati nei momenti di difficoltà. E credo che questo sia un tema, presidente Letta, che lei dovrebbe porre a livello internazionale perché non lo farà nessun altro".

De Mistura è in India

L’inviato speciale del governo per i marò, Staffan de Mistura, è arrivato oggi a New Delhi per un nuovo ciclo di incontri con i responsabili indiani. Il diplomatico avrà contatti con il ministero degli Esteri e con quello degli Interni sulle modalità dell’inchiesta a carico dei due fucilieri. Le indagini, condotte dalla polizia anti terrorismo Nia, sono state ritardate dalla richiesta degli inquirenti di interrogare in India gli altri quattro marò del team anti pirateria a bordo sulla petroliera Enrica Lexie. Il governo italiano ha avanzato alcune proposte in merito che sono ora al vaglio del governo indiano.

Sulla "questione marò" interviene anche Elio Vito (Pdl), presidente della commissione Difesa della Camera: "Dopo la risposta odierna del presidente Letta al 'question time' alla Camera sulla vicenda dei due marò, ho chiesto che venga in Commissione il Commissario governativo, Staffan de Mistura".

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