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Il premier nei guai su Imu e Iva pensa alla stangata benzina

Il governo rischia l'autogol sulle coperture: spunta l'ipotesi di ritoccare le accise sul carburante. E il viceministro Casero: "Via il superbollo, l'idea è sul tavolo"

Il premier nei guai su Imu e Iva pensa alla stangata benzina

Roma - La vicenda dell'Iva, «è complessa». Ha detto ieri il premier Enrico Letta. Talmente complicata che tra le coperture per il mancato aumento dell'Imposta su beni e servizi dal 22 al 23%, oltre che per la cancellazione dell'Imu 2013 sulle prime case, nelle ultime ore ne è ne rispuntata una tanto classica quando odiosa: l'aumento delle accise sulla benzina. Una scelta che vanificherebbe l'effetto sui consumi del congelamento Iva, appesantirebbe il costo di carburanti che sono già tra i più cari d'Europa. E che va in controtendenza anche rispetto all'annuncio fatto ieri dal viceministro all'Economia Luigi Casero al convegno di Missione mobilità: l'eliminazione del superbollo che, ha assicurato «è una delle idee sul tavolo» per sostenere il settore dell'auto.
Di aumentare il peso del fisco sui carburanti si parlò già alla vigilia dell'approvazione del decreto Imu. Era nel menù della Ragioneria dello Stato, ma poi saltò. L'aumento delle accise è sopravvissuto solo per giochi e alcol come clausola di salvaguardia del decreto Imu. Adesso la stangata sui carburanti torna come possibile copertura per le spese del 2013.
Intanto ci sono i 600 milioni di euro del decreto Imu che sono saltati con la mozione che esclude tra le coperture la sanatoria sui giochi. Ed è quindi probabile che scatti, in tutto o in parte, la clausola di salvaguardia che comprende, oltre alla stangata su sigarette e alcol, anche l'aumento degli acconti fiscali.
Ma il ministero dell'Economia è in difficoltà anche per finanziare le altre poste per il 2013. Oltre all'Imu (che vale 2,4 miliardi) c'è appunto il nuovo rinvio dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22% per l'ultimo trimestre dell'anno (che vale un miliardo), il rifinanziamento della cassa integrazione (da 500 milioni fino a un miliardo) e le missioni militari all'estero (400 milioni). Per ora ci sono solo ipotesi di copertura, come l'aumento delle accise sui carburanti. Quale strada intenderà prendere il governo si saprà solo dopo il consiglio dei ministri di venerdì che approverà la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.
Tra i vantaggi (dal punto di vista contabile, non certo per il cittadino) dell'aumento dell'accisa sui carburanti c'è anche quello di fare aumentare indirettamente il gettito da Iva. Dal quale dipendono anche i finanziamento all'Unione europea.
Proprio oggi il commissario agli affari Europei Olli Rehn sarà in Italia e affronterà con il governo i nodi della prossima legge di stabilità oltre che del piano di riforma che Roma dovrà consegnare a Bruxelles a metà ottobre.
In una bozza anticipata ieri dall'Ansa, l'esecutivo Letta garantisce il rispetto dall'obiettivo europeo di un deficit sotto il 3% del Pil. Conferma l'intenzione di tagliare il cuneo fiscale, senza entrare nel dettaglio. Ma dà anche conto del debito pubblico sempre più alto (132,2 per cento del Pil).

A sorpresa, entra anche il sistema elettorale con l'indicazione di una legge che dia «maggioranze chiare e possibilmente ampie».

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