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Primarie centrosinistra, volata finale. Stasera il vincitore tra Bersani e Renzi

Il centrosinistra sceglie il candidato premier. Solo 7mila delle 100mila nuove domande per partecipare al voto sono state accolte. Renzi e Bersani hanno già votato

Primarie centrosinistra, volata finale. Stasera il vincitore tra Bersani e Renzi

Oggi è il grande giorno per il centrosinistra. Stasera sapremo chi, tra Bersani e Renzi, avrà vinto le primarie e sarà, quindi, il candidato premier per la coalizione. Cambio di programma per Matteo Renzi: per evitare di ritrovarsi in fila per ore (come gli era capitato al primo turno) il sindaco di Firenze è andato a votare intorno alle 9.15 al seggio allestito nel circolo Arci in piazza dei Ciompi a Firenze. Ieri il suo comitato aveva diffuso una nota in cui si spiegava che avrebbe votato nel pomeriggio, conclusa una partita di calcetto. Ma il rottamatore ha cambiato programma. E l'ha cambiata di nuovo, alcune ore dopo, decidendo di rinunciare al calcetto e di recarsi al suo comitato elettorale. Il motivo? "C’è il rischio che votino molte meno persone di una settimana fa". E via mail ha mandato a tutti i suoi contatti questo messaggio: "Attenzione, affluenza in netto calo, come ovvio viste le regole. Se ritorniamo tutti a votare, vinciamo. Forza! Proviamoci, è fattibile. Adesso".

Bersani ha votato, pochi minuti dopo le 11, accompagnato dalla moglie e dalle due figlie nel seggio piacentino di via XXIV Maggio. "Da oggi i fatti basta commenti", dice prima di raggiungere il seggio. "Non c’è nessuna tensione, oggi è una giornata di festa".

Capitolo affluenza: "In un numero di ore più limitato - ha spiegato il presidente del Collegio dei Garanti delle primarie, Luigi Berlinguer, a SkyTg24 - ha votato un milione persone. L’affluenza è regolarissima e anche elevata". Secondo i dati forniti dal coordinamento nazionale alle 17.30 di oggi hanno votato 2,3 milioni di persone, circa 150mila in meno rispetto a domenica scorsa.

Nonostante le parole rassicuranti dei due candidati, non si placano le polemiche per la bocciatura del 93% delle richieste di registrazione (approvate 7094 su circa 100mila pervenute). Molti dei "respinti" non si danno pace e chiedono di votare. "Dall’apertura dei seggi fino ad ora persistono in Toscana casi gravissimi, che mettono a rischio la validità del voto in numerosissimi seggi", afferma in una nota Nicola Danti , responsabile dei comitati per Renzi in Toscana, chiedendo "al coordinamento toscano delle primarie di intervenire immediatamente per ripristinare condizioni minime di legalità in tutta la regione. Per ora denunciamo una situazione intollerabile di disorganizzazione, speriamo che non si tratti di altro". Più tardi Danti ammorbidisce i toni: "Non pensiamo ad alcun ricorso. Questa sera conosceremo sicuramente il nome del candidato premier del centrosinistra". Danti ha anche precisato che a Firenze le domande di voto al secondo turno presentate (e respinte) non sono state 10.000 ma 12.000. "Questo perché molte domande sono state
cestinate senza neanche averle prese in considerazione".

Berlinguer prova a gettare acqua sul fuoco: "Le operazioni di voto si stanno svolgendo regolarmente e in modo fluido e sereno in tutta Italia, grazie al lavoro instancabile e intelligente di più di centomila volontari. Dai 9232 seggi non vengono segnalati problemi di particolare rilievo. Un ringraziamento ai candidati e ai loro sostenitori che stanno contribuendo alla regolarità e tranquillità del voto. Ricordo - conclude - che si può votare fino alle ore 20 di questa sera".

Possibile un ticket tra i due sfidanti?

In attesa del risultato delle primarie qualcuno pensa già agli scenari futuri."Non immagino un Renzi che perde che se ne va" dal Pd, ha detto ieri sera Bersani a In Onda, intervistato da Nicola Porro, su La 7. "E' un personaggio - ha aggiunto Bersani - che ha radicalizzato parecchio il tema delle primarie. Ma da li a dire che stiamo parlando di altri esiti, assolutamente non lo penso". Un ticket con Renzi dopo le primarie? "Siamo alla fase nascente di un sistema democratico. Dare l'idea che alla fine si finisce con un ticket si svilisce il senso delle primarie, diventano una scampagnata preliminare". Salvata la faccia delle primarie, l'ipotesi resta aperta.

Del resto anche in America Obama e Hillary Clinton, dopo essersele date di santa ragione, nel 2008, finirono a lavorare insieme alla Casa Bianca.

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