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Processo Mediaset, la difesa di Berlusconi: "Puntiamo su annullamento"

Attesa per il pronunciamento della Cassazione: la sentenza potrebbe arrivare domani o addirittura giovedì. Esposito: "Passioni fuori dall'aula". Il pg cheide che la condanna venga confermata: "Berlusconi ideatore della frode"

Processo Mediaset, la difesa di Berlusconi: "Puntiamo su annullamento"

"Non ci può essere annullamento della sentenza di condanna per Silvio Berlusconi al processo sui diritti tv Mediaset, non c’è alcuna irrazionalità nella sentenza pronunciata dalla Corte d’appello". Durante la requisitoria davanti ai giudici della Suprema Corte, il sostituto pg della Cassazione, Antonello Mura, ha chiesto alla Cassazione di confermare la condannato per frode fiscale a quattro anni di reclusione, ma ha chiesto di ridurre l'interdizione dai pubblici uffici: "Ferma la condanna per il reato di frode fiscale, la pena della reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici, occorre ricondurre questa sanzione accessoria ai termini di legge". In questo modo la pena accessoria per cinque anni dai pubblici uffici potrebbe essere ridotta a tre anni.

La difesa del Cavaliere non ha formulato "alcuna richiesta di rinvio". Franco Coppi, che con Niccolò Ghedini difende il Cavaliere nel processo Mediaset, ha spiegato questa mattina che l'udienza verrà discussa. Sulla stessa linea anche gli avvocati di Frank Agrama e Gabriella Galletto, imputati nel procedimento. I due legali del leader Pdl, in Cassazione dal mattino, hanno atteso la chiamata del processo Mediaset. Nel ruolo di marcia delle toghe altre sette cause prima di quella che coinvolge il Cavaliere. Con loro anche Piero Longo, che aveva seguito il processo fino al ricorso in Cassazione.

Alle dodici è iniziata l'udienza davanti alla Sezione feriale penale. Secondo l'avvocato Coppi la sentenza arriverà "domani sera o più probabilmente giovedì". La Cassazione dovrà decidere sull'appello presentato da Berlusconi dopo la condanna per frode fiscale che la Corte d'appello di Milano ha deciso l'otto maggio. In ballo anche cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Il legale del Cav non ha voluto fare previsioni, "ma è chiaro che puntiamo all'annullamento radicale". Il presidente Antonio Esposito ha sospeso l'udienza dopo le prime due ore e mezza di relazione. Alle 15.30 il sostituto pg, Antonio Mura, ha iniziato la sua requisitoria. In apertura ha voluto ricordare il ruolo della Cassazione, "avulso da aspettative e passioni che sono frutto del libero dibattito ed espressione della democrazia ma devono restare fuori dall’aula". Ha poi definito "inammissibili" alcuni rilievi contenuti nel ricorso e riguardanti il legittimo impedimento di Berlusconi e dei legali.

Sin dalle prime batture della requisitoria il Pg è andato all'attacco: "Il processo non presenta vizi procedurali ed è stato celebrato secondo le regole". "Quelle sul legittimo impedimento di Silvio Berlusconi a partecipare ad alcune udienze del processo Mediaset sono censure tecnicamente infondate e non ammissibili in questa sede", ha detto nella requisitoria il sostituto procuratore generale Antonello Mura, che ha enumerato le motivazioni addotte alle istanze di legittimo impedimento. "Impegni elettorali, un Consiglio dei ministri, un incontro con il primo ministro di Macedonia, motivi di salute legati ad una patologia oculare". Nel meccanismo di fatturazioni fittizie emerso nel processo Mediaset si rileva "una continuità del sistema" che aveva il duplice obiettivo di "gonfiare i costi per benefici fiscali e produrre pagamenti per la costituzione all’estero di ingenti capitali", ha detto Mura. "È naturale - ha proseguito il rappresentante dell'accusa - che oggetto di attenzione sia stato anche il meccanismo contrattuale", ossia i passaggi dal contratto d’origine ad una serie di subcontratti, e «oggetto probatorio è pure il carattere riservato che anche in azienda c’era sui passaggi intermedi fino al passaggio finale". E se "la prospettiva probatoria» che emerge dalla sentenza di appello "ha molti punti focali, c’è un filo conduttore da rilevare che è dato dalla continuità del sistema a partire dalla fase ideativa negli anni ottanta". Insomma, secondo il pg, Berlusconi sarebbe stato "l’ideatore del meccanismo di frode fiscale" al centro del processo sulla compravendita di diritti tv Mediaset.

Secondo Mura, "le sentenze di merito hanno una coerenza logica nella valutazione probatoria".

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