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Processo Mediaset, la sentenza arriverà domani

L'accusa chiede la conferma della condanna ma anche uno sconto da 5 a 3 anni per l'interdizione. Coppi accusa il pg: "Non ha preso di petto i motivi del ricorso". Verdetto domani pomeriggio

Processo Mediaset, la sentenza arriverà domani

"Noi puntiamo all’annullamento radicale della sentenza di condanna perché non c’è reato penale ma solo un illecito tributario". Il professor Franco Coppi, uno dei legali di Silvio Berlusconi, ha confermato l’intenzione di chiedere, tutt'al più, la derubricazione dell’accusa da frode fiscale a concorso in fatturazioni inesistenti. La sentenza del processo Mediaset è attesa per domani pomeriggio. Domani, intorno a mezzogiorno, il collegio tornerà a riunirsi in camera di consiglio dopo aver tenuto una breve udienza, alle ore 10, per altre cause già fissate in precedenza.

Come già annunciato ieri pomeriggio, la difesa ha ribadito che puntamo a un annullamento della sentenza. "Il fatto non è previsto dalla legge come reato - ha spiegato Coppi - in subordine anche ad un annullamento con rinvio alla Corte d’appello". Sull’eventuale rideterminazione al ribasso del periodo di interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi, l'avvocato ha fatto quindi notare che dal punto di vista tecnico sarebbe più esatto che si proceda con un rinvio al giudice del merito, ma ha anche sottolineato che "per buon senso è meglio che decida la Cassazione". Nella sua requisitoria di ieri, pur sollecitando la conferma della condanna a quattro anni, il pg della Suprema Corte Antonio Mura ha infatti chiesto alla Corte di ridurre da cinque a tre anni il periodo di interdizione disposto per Berlusconi dai giudici del merito. Secondo Mura possono essere gli stessi giudici della Cassazione a operare tale modifica senza rinviare gli atti in appello. Un’altra interpretazione, però, prevede l’annullamento con rinvio della sentenza d’appello, limitatamente alla pena accessoria dell’interdizione: in base a questa tesi, dovrebbero essere i giudici di secondo grado a ripronunciarsi sul periodo di interdizione.

In una pausa dell’udienza davanti alla Cassazione per il processo sui diritti tv Mediaset, Coppi ha fatto presente che l'eventuale prescrizione, che dovesse sopraggiungere in caso rinvio alla Corte d’appello, non sarebbe certo colpa della difesa. "Il pg non ha preso di petto le questioni, i motivi, che noi abbiamo presentato - ha continuato Coppi - il magistrato ha fatto un riassunto della sentenza d’appello ma non ha risposto alle questioni da noi sollevate". Ad ogni modo, secondo quanto prevede il codice penale, qualora la Cassazione dovesse ordinare un nuovo giudizio in appello per il ricalcolo della pena dei quattro anni di carcere inflitti a Berlusconi, i termini di prescrizione del reato saranno congelati.

Secondo l’orientamento corrente, infatti, dovrebbe essere interrotta anche se si tratta di rideterminare la pena accessoria dei 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.

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