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Prodi c'è, Franceschini sbaglia seggio E per Matteo vota anche nonna Maria

Prodi c'è, Franceschini sbaglia seggio. A Palermo si stampano nuove schede, nel Vibonese urne mai aperte

Prodi c'è, Franceschini sbaglia seggio E per Matteo vota anche nonna Maria

Fermiamo il suicidio, non lasciamo che il Pd si spiaggi. La parola d'ordine, per quanto avvelenata, convince Francesco Guccini a tornare al gazebo manco fosse la sezione del Pci di Porretta Terme. E quindi corre di bocca in bocca, dagli smartphone salta via facebook, rimbalza dai tweet ai whatsapp per finire nelle code che magicamente si registrano in tutte le città.

Il popolo c'è e ci fa, anche se ci crede poco o punto. D'Alema Veltroni Bersani Bindi Marini non sono riusciti ad abbatterlo. Sfinirlo sì, l'hanno sfinito; ma «le persone ci vogliono bene, nonostante tutto», si crogiola Pippo Civati che pure aveva avvistato «gufi appostati sui gazebo». Quella che viene fuori è, appunto, un'operazione sopravvivenza stile Greenpeace: «Ognuno di noi fa quel che deve, come diceva Nenni, poi succeda quel che può», commentano davanti al seggio nella piazzetta del rione Monti, tra i più in e affollati della Capitale. Il bollettino registrerà scene simili un po' dappertutto, che sorprendono perché il pessimismo scorreva a fiumi. Tanto che a Palermo si stampano di corsa altre schede perché non bastano, mentre in un comune del Vibonese il segretario della locale sezione non le ha neppure fatte stampare. Chiusi i battenti, se n'è andato al mare.

Invece gli elettori si sono ancora una volta compenetrati nello strazio pidino, fino a episodi di autentica commozione: a Firenze un incaricato del partito ha portato il gazebo in casa a una quarantina di ammalati; a Rignano sull'Arno, paese dei Renzi, una coppia di sposi non ha trovato di meglio, dopo il sì, di andare a dire di sì anche a Matteo; alcuni turisti romagnoli hanno votato ai Sassi di Matera dopo essersi previdentemente registrati on line; un elettore di Salerno ha fatto 600 km per votare al seggio del sindaco di Firenze in piazza dei Ciompi, ma rimanendo deluso perché non aveva fatto altrettanto. «Se perdo per un voto passo per bischero», l'ha redarguito con un buffetto Renzi. Il quale, come per la festa della cresima, ha mobilitato proprio tutti: persino nonna Maria Bovoli, classe 1920, che ha votato ad Arezzo. «Matteo non aver paura, ma sta attento alla politica - ha ammonito il celebre nipote -: se riesci a lavorare per il bene comune va avanti, altrimenti fermati, non ne vale la pena».

L'avremmo detto anche noi, se non fosse per quella spiacevole faccenda del suicidio, che ha imposto ai deboli di cuore di salvare il salvabile. «Gli elettori sono migliori di noi», per dirla con il solito Civati, che non se ne perde una. Anche perché, ha raccontato, in questa campagna «ci siamo divertiti come bambini». Né sentimentale, né disponibile a ulteriori balocchi Sabina Guzzanti, che ha disertato l'operazione in quanto «demagogica». Pregnante l'analisi politica: «Ci siamo disfatti di Bersani perché era vecchio, pelato e parlava lento, ora ci ritroviamo con uno che ha tanti capelli e parla veloce. Ma non è quello che ci serve...».

Eppure al Pd l'aria natalizia ha portato bene. Persino Franceschini, dopo aver sbagliato seggio, è riuscito a imbroccarlo e deporre l'urna, mentre il segretario provinciale pescarese ha perduto il portafogli ma un extracomunitario l'ha raccolto e restituito ai vigili. «Dal punto di vista politico non cambia niente», ha detto Prodi, commosso dalle condizioni del «suo» Pd fino allo sforzo d'andare a votare. Riprenderà pure la tessera, nel 2014? «Adesso non esageriamo», ha risposto il Fondatore.

'Ccà nisciuno è fesso.

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