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Il Prof vuole vendere i "gioielli" pubblici: "Presto atti concreti"

Il premier a Berlino: "Pronti a vendere gli asset pubblici". In vista la cessione di servizi e municipalizzate di Comuni e Regioni

Il Prof vuole vendere i "gioielli" pubblici: "Presto atti concreti"

Rimessa nel cassetto l’ipotesi di un'ulteriore manovra economica, il governo è al lavoro per l’attuazione delle misure proposte martedì sera dal Commissario Enrico Bondi al presidente del Consiglio Mario Monti e agli altri membri del Comitato interministeriale per la spending review, che consentiranno di risparmiare già quest’anno 5 miliardi, più altri 8-9 nel 2013. Ma alle sforbiciate del super commissario il premier intende affiancare misure più "pesanti", a partire dalla cessione di asset pubblici.

Tra i tagli chiesti da Bondi anche quelli alle scorte, che magari non porteranno grandissimi risparmi, ma sarebbero un segnale di etica pubblica. Monti ha oggi ribadito che non ci sarà alcuna manovra, dopo che questa ipotesi era stata stoppata dal vertice con i leader di maggioranza Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. La novità annunciata da Monti è la vendita di asset pubblici: "Abbiamo predisposto dei veicoli, fondi immobiliari e mobiliari attraverso i quali convogliare in vista di cessioni, attività mobiliari e immobiliari del settore pubblico, prevalentemente a livello regionale e comunale". Insomma, niente manovra ma avanti tutta con la "disciplina" che si traduce nei tagli ottenuti con la spending review sulla base della relazione di Bondi.

Il mandato del super commissario è quello di fare risparmi nelle spese per l’acquisto di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione: il ministro Piero Giarda ha quantificato in circa 100 miliardi la spesa "potenzialmente aggredibile". E Bondi ha identificato risparmi per cinque miliardi, ed ha anzi aggiunto che sarebbe in grado di raggranellare di più. Questa somma consentirebbe di evitare l’aumento dell’Iva a ottobre (spesa quantificata in 3,8 miliardi), di avere 200 milioni per la copertura del decreto Sviluppo e un altro miliardo per il terremoto che l’Emilia. Ma sul primo punto la decisione definitiva sarà presa nei prossimi gironi. I cinque miliardi di Bondi arrivano dalla classica razionalizzazione della spesa, e non intacca i servizi ai cittadini. Molte delle azioni possono essere effettuate per via amministrativa mentre quelle che richiedono norme di legge finiranno in un decreto da varare a fine giugno.

Per l’anno in corso ci saranno risparmi su tutti gli acquisti i cui contratti saranno stipulati da luglio in poi, mentre grossi risparmi, nel 2013, giungeranno per esempio dai tagli agli affitti di sedi i cui contratti di locazione scadono a fine anno. E qui entrano i ministeri con proprie sedi sul territorio. Ad essi Giarda ha chiesto di portare venerdì in Consiglio dei ministri un supplemento di informazioni sulla revisione della spesa di loro competenza. Non porteranno enormi risparmi, ma sono un pallino di Bondi, i tagli alle scorte di politici e personalità. Su questo il super commissario ha chiesto una "ricognizione" per poi intervenire. Si tratta di un atto di "etica pubblica": parola di Bondi che a Parma si presentò a bordo di una Fiat Punto.

E che ha sottolineato come, dai primi riscontri, sembra che godano di una scorta anche personalità che non corrono alcun rischio per la propria sicurezza.

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