Malagiustizia

Pronta la riforma del processo penale. Ora la Cancellieri riveda la giustizia civile

La Cancellieri si muove per riformare il processo penale. Ma i tempi più incredibili sono quelli della giustizia civile. IlGiornale.it raccoglie le vostre storie di malagiustizia per portarle al ministro: scrivete a malagiustizia@ilgiornale-web.it

Il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri riferisce in Aula
Il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri riferisce in Aula

La richiesta del Giornale di incontrare il ministro della Giustiza Annamaria Cancellieri per consegnarle personalmente le innumerevoli storie di giustizia lumaca e di giustizia negata arrivate in redazione negli ultimi dieci giorni è ancora in attesa di risposta. Dal Guardasigilli arriva però oggi un segnale che fa capire come il tema della inefficienza del sistema processuale sia chiaro anche al governo. E la Cancellieri annuncia che a tempi brevissimi verrà presentato un disegno di legge per affrontare la prima emergenza: la riforma del processo penale. Non è, a dire il vero, il tema più sentito dalla maggioranza degli italiani, visto che i tempi più incredibili - leggendo le mail arrivate in redazione all'indirizzo malagiustizia@ilgiornale-web.it, ma anche semplicemente vivendo un giorno qualunque in qualunque aula di tribunale - sono quelli della giustizia civile. Ma è comunque un primo passo, che affronta il tema più sofferto, quello che coinvolge la libertà personale e la sorte processuale di chi si ritrova imputato di reati anche gravissimi, e che deve attendere anni prima di sapere se per lo Stato è colpevole o innocente. Anche i tempi lunghi della giustizia penale, d'altronde, fanno parte del campionario di abnormità stigmatizzato più volte dalla Corte europea dei diritti dell'uomo e tradotto in condanne dello Stato italiano a risarcimenti alle vittime della giustizia lumaca (che hanno portato il ministero della Giustizia ad accumulare un debito monstre di 340 milioni di euro verso le vittime).

Lo schema di decreto, dice oggi la Cancellieri, «è un cantiere quasi completato, ci vuole ancora qualche giorno». Entro gennaio il testo dovrebbe essere pronto ad affrontare l'esame del Parlamento. Cosa conterrà esattamente non è ancora chiaro, come non è chiara la genesi del provvedimento. Nei giorni scorsi l'Unione delle camere penali ha smentito che il testo elaborato dal governo sia quello varato dalla commissione nominata in luglio dalla stessa Cancellieri, presieduta dal presidente della Corte d'appello di Milano Giovanni Canzio e con la presenza di docenti universitari e rappresentanti dell'avvocatura. Il testo approvato in novembre dalla commissione riguardava una serie di tematiche, comprese quella della custodia cautelare in carcere, ma non faceva proprie proposte di intervento più radicali circolate nel corso della scorsa legislatura: tra cui l'abolizione del tribunale del Riesame e la valutazione delle richieste di cattura da parte di un collegio di tre giudici e non più da un singolo giudice preliminare.

Secondo indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, il testo cui sta lavorando la Cancellieri affronterebbe anche questi versanti. Ma quel che pare certo è che la anomalia di un sistema che porta le carceri italiane a essere popolate da decine di migliaia di detenuti in attesa di giudizio, quasi per la metà destinati poi a essere assolti, verrà comunque affrontata.

Se, come sembra ipotizzare la Cancellieri, si tratterà di un progetto complessivo di risistemazione del processo penale si tratterà del primo intervento dopo un quarto di secolo sul codice di procedura che porta il nome di Giandomenico Pisapia entrato in vigore nel 1989: un codice nato da nobili intenti ma le cui lacune sono apparse evidenti fin da quasi subito, e che è stato sottoposto nel corso degli anni a una serie di aggiustamenti a chiazza senza che si riuscisse a migliorarne sostanzialmente l'efficacia.

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