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Le prossime mosse del governo: stop all'aumento dell'Iva e lavoro

Letta punta sul lavoro: "La lotta alla disoccupazione è il punto centrale". Alfano vuole tagliare le tasse: "L'Iva non va aumentata e vanno detassate le assunzioni giovannili"

Le prossime mosse del governo: stop all'aumento dell'Iva e lavoro

Avanti con il programma economico per invertire la rotta tracciata dai tecnici. Dopo la sospensione dell'Imu sulla prima casa, il governo si mette a lavorare sulle misure economiche necessarie a fermare la recessione che sta mettendo in ginocchio il Paese. In cima ai provvedimenti da prendere ci sono, senza alcun dubbio, l'abolimento dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22%, voluto dall'ex premier Mario Monti, e le misure per abbattere il tasso di disoccupazione e rilanciare il mercato del lavoro.

Le linee guida che Enrico Letta e Angelino Alfano vanno nella direzione della crescita. Da un lato favorire l'occupazione, dall'altro tagliare la pressione fiscale che con i tecnici al governo ha raggiunto la soglia monstre del 55%. Entrambe le misure si fanno sempre più urgenti. Mentre l'Unione europea esce da una crisi economica brutale, il Belpaese stenta infatti a rimettersi in marcia. Da qui l'esigenza di porre la parola "fine" alle misure di austerity volute da Monti. "Il lavoro è il cuore del mio impegno, lo dimostrano le parole e, soprattutto, i fatti", ha spiegato il presidente del Consiglio in un colloquio con Repubblica. Anche il primo provvedimento del Consiglio dei ministri dimostra, infatti, la concentrazione del suo governo per alleviare la sofferenza del Paese. "Il primo decreto costa 1.040 milioni, di cui 1000 sono contro la disoccupazione e 40 sul resto - ricorda Letta - non c’è soltanto il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, ma anche l’aiuto immediato ai precari della Pubblica amministrazione e lo sblocco dei contratti di solidarietà". Ad ogni modo, a detta del premier, è in Europa che l'esecutivo dovrà giocare "la vera battaglia" per rilanciare il Paese. Battaglia che Letta vorrebbe combattere con il presidente francese Francois Hollande. "La lotta alla disoccupazione giovanile diventerà il vero punto delle nostre politiche", continua ricordando che, in questa fase, non è ancora possibile "allargare i cordoni della borsa" come si faceva in passato.

Per ridare fiato al Paese la ricetta del Pdl parte dall'abbassamento delle tasse. "Il governo è frutto di un matrimonio di interesse, quindi non vive della solidarietà dei partiti, ma della comune volontà di realizzare il programma", ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera Alfano facendo, tuttavia, presente che l'esecutivo potrà fare "solamente ciò che il centrodestra e il centrosinistra sono capaci di condividere". "Quindi - passa a elencare il vice premier - non dobbiamo aumentare l’Iva, dobbiamo detassare l’assunzione dei giovani per incentivare gli imprenditori a fare occupazione, semplificare la burocrazia, riaffermare che essere proprietari di una casa non è una colpa. Lo scopo che realmente sorregge tutto è tirare fuori l’Italia dalla crisi economica". Di sicuro non sarà una partita facile. Conciliare le due linee guida comporterà lo sforzo di una sintesi per il bene del Paese. Sintesi che potrebbe portare a nuovi attriti. Di questo è certo anche l'ex Guardasigilli che, nell'analizzare il suo rapporto personale con Letta, non nasconde le differenze.

"Veniamo da due diverse metà campo e questo è emerso spesso, l’ultima volta a Spineto - avverte - è possibile che riemerga in futuro".

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