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Protesta contro il caro pedaggi, oggi lo sciopero dei pagamenti

Rivolta contro gli aumenti decisi dal governo Letta che colpiscono soprattutto Lombardia e Veneto. La Lega alza le barricate contro i caselli-gabellieri

Protesta contro il caro pedaggi, oggi lo sciopero dei pagamenti

Il Nord è tartassato anche con eccessivi pedaggi autostradali, mentre al Sud la maggior parte degli automobilisti viaggiano a sbafo. La Lega Nord alza le barricate contro i caselli-gabellieri e nella battaglia scendono in campo anche gli esponenti istituzionali del Carroccio. Il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti è categorico: "È l’ennesimo prelievo forzoso che Roma ha deciso ai danni dei cittadini del Nord e a questo punto bisogna reagire. La prima cosa da fare è dismettere definitivamente quel mostro inutile e succhiaeuro che è il casello autostradale di Terrazzano, nel rhodense, dove negli ultimi sei anni il rincaro è arrivato al 27,4%".

Al grido "è ora di finirla con il razzismo di Stato" il Carroccio scende in campo, anzi in autostrada, organizzando "presidi ai caselli autostradali per esternare l'indignazione che scaturisce dalla fatica e dal sacrificio di chi paga molto più di quanto possa e solo per lavorare e in cambio non riceve nulla". Insomma, un secco "no" agli aumenti con la richiesta, invece, che "tutti paghino in ugual misura". Gli aumenti autostradali decisi dal governo Letta hanno una media del 3,9% nazionale ma al Nord toccano in alcuni casi addirittura il 9%. "Come, sempre, Roma e le zone del Sud, rimangono zona franca - fa notare Cecchetti - praticamente non pagano, come hanno sempre fatto fino adesso". Rivolgendosi al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi al question time della Camera, il deputato leghista Nicola Molteni fa notare che i lombardi pagano tre volte di più di tutti gli altri. Un esempio su tutti? La Milano-Como, 30 km di strada che costano ai cittadini 8 euro per andata e ritorno. "Questo per sovvenzionare - accusa il deputato del Carroccio - l'eterna incompiuta Salerno-Reggio Calabria. Dal 1964 a oggi abbiamo speso per quella strada 7 miliardi di euro". L’aumento andrà a incidere pesantemente sulle famiglie e soprattutto sulle imprese, che in un periodo di crisi saranno costrette a farsi carico dell’aumento o a riversarlo sui consumatori, con effetti negativi sul già basso livello di consumi. "Francamente - conclude Molteni - da un ministro lombardo come Lupi ci aspettavamo di più non la passiva accettazione".

Al presidio del casello autostradale della A.8 di Gallarate staziona il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. "L’Italia è uno Stato razzista nei confronti del Nord - tuona - le autostrade le ha pagate lo Stato e quindi anche i cittadini". Centinaia di militanti leghisti gridano "Secessione, secessione". A protestare contro il governo per i continui rincari non c'è, infatti, soltanto la Lega Nord. "L’aumento è immotivato e controproducente, soprattutto in un momento difficile come quello che stanno attraversando le famiglie e le imprese", ha commentato il presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato. Oltre alla Lombardia anche il Veneto ha risentito pesantemente della stangata, dovendo accettare aumenti superiori al 10% in tratte come la Mestre-Trieste. A inchiodare Lupi sono anche i sindacati invitandolo a far luce su un "sistema automatico" di rincari che serve solo a fare utili senza mai reinvestirli. "Dov’è l’Authority dei Trasporti? - chiede il segretario generale della Fit-Cisl, Giovanni Luciano - Quando comincia a occuparsi di tariffe?". Lupi ha già convocato una riunione con l’associazione delle società concessionarie (Aiscat) per martedì 15 gennaio. All’ordine del giorno c'è, appunto, lo studio di forme di abbonamento per autotrasportatori e pendolari.

Dopo la levata di scudi il ministro dei Trasporti ha, infatti, dichiarato l’intenzione di rivedere il sistema concessorio autostradale.

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