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Quando Prodi flirtava con il leader kazako

Altro che regime, per l'ex premier "sta per diventare un Paese altamente sviluppato"

Quando Prodi flirtava con il leader kazako

Roma - Lodi su lodi. All'economia, alla tenuta del governo. A una nazione che nel «futuro vicino» ha tutti i requisiti per diventare un «Paese altamente sviluppato». Siamo nella terra del futuro, e a parlare è Romano Prodi. Questo luogo di un benessere alle porte, il nuovo Brasile, è nientemeno che il Kazakistan. Nessun cenno al regime, nessuna critica ai mancati rispetti dei diritti umani. Così l'ex candidato del Pd alla presidenza della Repubblica esprimeva tutto il suo ottimismo, intervistato a fine maggio da un'agenzia di stampa kazaka. Neanche due mesi fa, come approfondisce Panorama in edicola oggi, una settimana prima del blitz a Roma nell'abitazione dove si trovavano Alma Shalabayeva e la figlia Alua. Il luogo intollerante e ostile condannato in occasione del recente caso Shalabayeva è la culla di una nuova economia per l'ex premier. L'espulsione della moglie del dissidente Ablyazov e della figlia, diventato un grave incidente diplomatico con forti ripercussioni nel governo italiano, non è mai stato commentato in questi giorni da Prodi. Eppure il professore conosce bene quel Paese e il suo presidente, Nazarbayev.

L'occasione per le dichiarazioni del fondatore dell'Ulivo era stata la visita del professore alla sesta edizione dell'Astana economic forum. Dopo un intervento di dieci minuti sull'Eurozona, Prodi era stato intervistato dall'agenzia kazinform. Non era certamente nelle condizioni di muovere critiche profonde, ma le sue parole sono tutte molto positive, e gettano una luce assolutamente rincuorante sul Kazakistan, senza la minima allusione a problemi di censure o repressione dell'opposizione interna, anzi: «C'è il presupposto - spiegava Prodi il 22 maggio all'agenzia kazaka - perché il Kazakistan diventi un Paese altamente sviluppato», molto presto. L'economia, continuava, è «come una casa con le fondamenta e i muri, il Kazakistan ha tutto questo». Poi i complimenti alla governance: «In più, vedo che il Kazakistan ha un governo che sostiene fortemente la classe media. Avete costruito scuole» e «incrementato il welfare. Anche questo è un pre-requisito per uno sviluppo soddisfacente dell'economia». Prima delle battute sul Paese che lo ospitava, ha annotato il giornalista dell'agenzia kazaka, Prodi aveva anche espresso i suoi complimenti al forum di Astana come luogo di incontro e di scambio, punto di partenza per lo sviluppo anche di altre economie di Paesi vicini.

Il rapporto forte tra il professore e il Kazakistan non è una novità. Proprio nei giorni del toto-nomi per il Quirinale, il settimanale tedesco Der Spiegel aveva scritto un insidioso articolo sui presunti legami tra l'ex premier italiano e Nazarbayev, spiegando che molti politici quasi in pensione, come lo stesso Tony Blair, rivestono il ruolo di consulenti per il leader kazako: «S'incontrano diverse volte l'anno», scriveva Der Spiegel, aggiungendo che per il disturbo «a ognuno di loro vengono pagate parcelle annuali con cifre a sei zeri».

Secondo la stampa britannica, attaccava ancora il settimanale, «Tony Blair incassa da Astana oltre 9 milioni di euro per il disturbo».

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