Politica

Quei sondaggi "avari" con il Cav: gli danno sempre 4 punti in meno

I partiti dell'ex premier ogni volta sottostimati: sinistra spesso beffata

RomaSogno o son... daggio? La storia dimostra che siamo di fronte a una tautologia. Un po' come dire che il bianco è chiaro. I sondaggi, infatti, spesso coincidono con i sogni (sinistri) ma non corrispondono a verità. L'ultima rilevazione è amara per Forza Italia: l'istituto Ixè dice infatti che Berlusconi sarà fermo al palo del 17,8% mentre Renzi volerà al 33%. Pd primo partito, tallonato dal M5S dato al 26,6%. Più indietro la Lega (5,3%) e l'Ncd (4,8%). Il 25 maggio sapremo; ma qualche dubbio è legittimo se si guarda indietro per vedere come è stato valutato il Cavaliere dalla discesa in campo ad oggi. Dal 1994 il partito da lui guidato è sempre stato sottostimato di almeno 3/4 punti percentuali mentre alla sinistra è stato dato il lievito.

Alle politiche del 1994, in realtà, i sondaggisti sbagliarono di poco. Anche se il 9 marzo la debenedettiana Repubblica, a pagina 5, esultava: «Ultimo sondaggio: in testa la Quercia». I dati della Directa davano la macchina da guerra di Occhetto al 21,2% e Forza Italia al 20,8%. Fu vero il contrario: Forza Italia al 21,01%, Pds al 20,36%.

In giugno ci furono le europee e questa volta la Directa centrò il risultato del Pds: 19,6%. Gli azzurri vennero valutati al 26,5% mentre le urne diedero un responso ben diverso: 30,6%. Nel 2006 si tornò al voto col derby Prodi-Berlusconi: un testa a testa clamoroso e così, per non far troppe gaffe, tutti i sondaggisti diedero appaiate le due coalizioni con una forchetta che andava dal 43 al 46% per entrambe. Vinse il Professore 43,3% a 42,07%. Tre anni dopo, ancora euroelezioni. La maggior parte dei sondaggisti davano in testa Berlusconi rispetto ai Ds. Gpf: finirà 19,6 a 15,6; Abacus: 20,8 a 18; Datamedia: 26 a 21; Unicab si smarcò: vinceranno i Ds 20,7 a 18,9. Questi ultimi sballarono «solo» di sei punti percentuali: vinse Forza Italia 25,1 a 17,3.

Poi fu la volta dell'Ulivo di Rutelli che nessuno osava dare vincente in quel 2001, piazzandolo al 33%. Andò un filo meglio (35%) ma la Casa delle libertà, che tutti davano attorno al 46%, sfiorò il 50 (49,5%). Tre punti in meno, come sempre. Alle europee del 2004 Prodi aveva il vento in poppa e l'Espresso già si eccitava con i dati Swg: vincerà Prodi col 34% e Berlusconi sarà fermo al 17%. Vinse l'Ulivo, sì. Ma 31,08% a 20,9%.
Il 2006, elezioni politiche, vide la celebre biascicata di Prodi a notte fonda: «Abiaamoooo vintooooo». Per un pelo: 49,7% Unione, 49,2% Cdl. Cosa dissero i sondaggi? Piepoli: finirà 52 a 47; Ipr Marketing: 50-53 a 46-49; Swg: 52,8 a 46,4. Macché. Due anni dopo, sempre politiche, fu trionfo del Pdl sull'Unione di Veltroni. Finì 46,3% a 37,5%. Quasi 10 punti di differenza. Anche questa volta tutti predissero la vittoria del centrodestra ma sovrastimarono la sinistra; Veltroni sventolò i dati Swg: siamo sotto solo di 4.

Ci azzeccarono quasi tutti alle europee del 2009, finite 35,2 a 26,12 per il Pdl ma alle politiche di un anno fa fu lo stesso film. Swg: Bersani al 34,1%, Berlusconi al 26,6%, Grillo al 17,2%, Monti al 12,8%. Tecnè: Bersani al 36,9%, Berlusconi al 26%, Grillo al 13,6%, Monti al 15,3%. Numeri a caso e, guarda caso, sempre sottostimando il Cavaliere.

Andò così: Bersani al 29,5%, Berlusconi al 29,18%, Grillo al 25,56%, Monti al 10,56%.

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