Quel pizzino della Boschi per censurare la Annunziata

I renziani sono sull'orlo della crisi di nervi. Mentre il premier è alle prese per mantenere la caterva di promesse fatte agli italiani, tra i banchi del governo qualcuno perde le staffe. E quel qualcuno ha il visino angelico del ministro alle Riforme Maria Elena Boschi che da qualche giorno fa il diavolo a quattro in parlamento. Prima con un pizzino di fuoco alla deputata di Ncd Dorina Bianchi affinché non metta i bastoni tra le ruote nell'iter dell'Italicum, poi con una telefonata minatoria alla direttrice dell'Huffington Post Lucia Annunziata che aveva raccontato le minacce della renziana in un articolo.

"La Boschi venerdì scorso mi ha telefonato dicendomi che avrei dovuto togliere subito il pezzo sostenendo che era tutto falso - ha raccontato l'Annunziata a Libero - a quel punto le ho spiegato che le cose non funzionano affatto così è che poteva inviare una lettera di smentita. Per tutta risposta mi ha detto che mi avrebbe portato in tribunale. Sarò lieta d’incontrarla in un’aula di giustizia. Noi dell’Huff siamo soliti controllare ciò che scriviamo, tanto che abbiamo fatto ampie verifiche, trovando le conferme". A mandare su tutte le furie la renziana è stato l'articolo L'8 marzo nervoso di Maria Elena Boschi, divertente resoconto della discussione della legge elettorale di venerdì scorso. Stando alla cronaca parlamentare, il ministro alle Riforme avrebbe inviato alla Bianchi un biglietto di minacce proprio mentre questa interveniva in Aula. "Se passa l’emendamento che hai difeso, salta tutto e si va a votare - c'era scritto - voglio vedere dove prendi i voti per essere eletta". Il neocapogruppo di Ncd Nunzia De Girolamo era subito saltata al collo della Boschi.

Il retroscena scritto da Alessandro De Angelis per l'Huffington Post qualche imperfezione ce l'ha. "Mai inviato biglietti", ha assicurato la Boschi. Versione confermata anche dalla alfaniana: "Non ho ricevuto nessun biglietto dalla Boschi". Questo perché, come spiega Libero, le due si sono parlate. Faccia a faccia.