Cronache

Quel romanzo tutto sesso, tv e potere. Che pare vero

"Le stelle non sono lontante" di Candida Morvillo: ogni riferimento non è puramente casuale

Quel romanzo tutto sesso, tv e potere. Che pare vero

Intanto il «presidente» non è Silvio Berlusconi, nessuno ci crede ma è così. Quando a Candida Morvillo venne in mente questa storia e iniziò a scrivere le prime venticinque pagine (che poi rimasero senza seguito per lungo tempo), il presidente del Consiglio era Romano Prodi (certo non riconducibile al personaggio del suo libro, Le stelle non sono lontane, Bompiani, 301 pagine, 17,50 euro), il Cavaliere era ancora sposato con Veronica Lario (che non aveva nemmeno scritto a la Repubblica), per Ruby e le altre dame dello scompiglio avremmo dovuto attendere ancora anni. Insomma, ai tempi in cui la Morvillo si è messa a immaginare, la realtà non aveva ancora superato la fantasia. Ma a furia di giri e strappi e imponderabile, il reale è tornato in qualche modo al suo posto in una fatica letteraria che ha finito per diventare profetica. Perciò anche se l'autrice ripete fino alla nausea la formula di rito «ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale», nel «presidente» ci si rivedono tanti presidenti, produttori, imprenditori, assediati da un «interessato interesse» femminile e ben lieti di approfittarne, persino tra quelli più giovani e freschi di nomina. Questi ultimi, nel romanzo della Morvillo si chiamano «i tardivi», sono quelli che hanno da sempre la stessa moglie (conosciuta ai tempi dell'università), che da ragazzi si sentivano un po' «sfigati», che il successo ha reso appetibili e quindi ricettivi a qualsiasi stimolo esterno. E tante starlette della tv nazional popolare che hanno ricevuto aiutini da politici fanno venire in mente la protagonista Carmela, che si è ambiziosamente autoribattezzata Astrid nel disperato tentativo di ripulirsi dal suo Sud, dal padre che si rivoltava le tasche dei pantaloni sul tavolo del tinello, per scoprirle sempre, inesorabilmente vuote, dalla nonna che la riempiva di raccomandazioni e racconti sulla vita dei «signori» mentre in pantofole e scialle liso serviva la zuppa nei piatti di plastica e appestava la cucina di olezzo di cavolfiore. Carmela che ha come idolo Elisabetta Gregoraci, e guarda le fotografie di Charlotte di Monaco e si danna per aver scartato quell'abito turchese nel negozio di svendite, perché «se ce l'ha Charlotte il turchese funziona, il turchese è chic». Carmela che si tiene un fidanzato, Giangi, che è bello, di ottima famiglia, sempre sulle copertine dei giornali, ma gay. Giangi che si tiene Carmela perché gli serve esibire una fidanzata. Anche lui, ricorda certi rampolli sessualmente disorientati che affollano le cronache rosa assieme a bellissime, «inutili» compagne. E poi c'è Flo, il prototipo di tutte le bellezze straniere che arrivano in Italia piene di sole e sorrisi e cosce e ballano per una sola estate. Diventano il personaggio tv dell'anno, poi le luci della ribalta finiscono col rovinar loro la carnagione. E avvizziscono tra eccessi di botox, ettolitri di alcol, fidanzati improbabili. E c'è Loriana, che è giovane, bionda, conduce programmi del mattino ed è l'amante di un politico... E Nancy, che fa la escort a quattordici anni; e c'è un esercito di «badanti» (un po' agenti, un po' segretarie) che a furia di accudire divette si sentono divette a loro volta e diventano più insopportabili delle originali. E c'è il fidanzato della perfida Gloria (quella sul viale del tramonto che ricatta un potente pur di tenersi stretti i suoi programmi tv) che fa improvvisamente fortuna nella finanza e altrettanto improvvisamente ne viene disarcionato e assomiglia da matti ai tanti furbetti delle tante scalate. E c'è molto altro ancora, tranne il lieto fine. Perché «guardarsi allo specchio e scoprire che non si è più le stesse di ieri» è incredibilmente facile». E dire che la Morvillo, mentre scriveva, aveva solo due ossessioni e una cosa importante da fare: «Non sembrare la classica giornalista che se la dà da romanziera, e non mettere nelle righe sbavature di moralismo perché quello che i moralisti dimenticano è che conquistare potere usando se stesse e il proprio corpo è un'impresa grandiosa».

La cosa importante? Era ringraziare sua madre «che ha fatto in tempo a insegnarmi a leggere e scrivere».

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