Politica

Quella strana sfida con Grillo agit-prop e Musumeci sobrio

Il candidato M5S coi suoi show fa il pienone. L'avversario Pdl punta sugli incontri mirati

Quella strana sfida con Grillo agit-prop e Musumeci sobrio

Le piazze? Vade retro, peggio di un incubo. Quelle più piccole, dei paesini, magari sì, si può, anche se pure lì - Gianfranco Miccichè che a Santa Caterina Villarmosa (Caltanissetta) parla sul palco a platea quasi deserta ha fatto il giro del web - vanno affrontate con cautela. Ma nelle grandi città no, andare in piazza non è il caso, solo il guru dei Cinque stelle Grillo, lui sì che può, riesce ad affollarle. Se sarà anche pienone di voti per i Cinque stelle, si vedrà, quella è un'altra storia.
È una campagna elettorale strana quella che in Sicilia si chiude oggi, in vista del voto di domenica che incoronerà il nuovo governatore e i 90 deputati del nuovo Parlamento regionale. Mai, a memoria di siciliano, si era vista una kermesse così sotto tono, con i candidati «ammucciati» (nascosti, ndr) per non beccarsi gli insulti della gente: piccoli incontri, che in una sala d'albergo piccola fanno tanto effetto pienone; tanto porta a porta, pomeriggi e serate a casa di amici che invitano altri amici, che in un ambiente familiare è più facile spiegare; tanto internet, social network.
Solo Grillo fa il bastian contrario. Il suo show itinerante, dalla traversata a nuoto dello Stretto di Messina al comizio sul carretto siciliano, dai giornalisti «disinfettati» a Gela alla tappa di Palermo ieri sera, piazza Magione, l'enorme spiazzo del centro storico in cui giocavano da bambini Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, sta facendo abbuffate di pubblico. Sarà anche pienone di voti? Nel 2008, quando candidavano a presidente Sonia Alfano, i grillini si attestarono a un modesto 2,4 per la governatrice mancata e all'1,7 come lista. Ora i sondaggi li danno al 21%. «Meglio un salto nel buio con questi qua (i suoi candidati) che un suicidio assistito con gli altri (e cioè la casta, i partiti tradizionali)», predica Grillo-guru puntando sul voto di protesta, che in Sicilia vale doppio perché il voto alla lista significa preferenza anche al candidato, Giancarlo Cancelleri. Ma i siciliani che faranno? Tradurranno il pienone di piazza in voti? E, soprattutto, andranno a votare visto che i sondaggi danno l'astensionismo al 44%?
Nello Musumeci, il candidato sostenuto dal Pdl e dal Pid dell'ex ministro Saverio Romano, non sottovaluta i grillini. Lui, uomo di destra che punta anche alle simpatie degli elettori di sinistra stufi della politica, tenta di accattivarseli: «Lancio un messaggio di grande apertura alle opposizioni», ha detto ieri in conferenza stampa. E, giusto per chiarire, ha precisato: «Quando parlo di apertura mi riferisco soprattutto al movimento di Grillo che ieri (due giorni fa, ndr) ha parlato a Catania con le piazze piene. Questo movimento che manifesta nausea per una certa politica, pur con un grave deficit di progettualità, può essere un valido interlocutore».

Musumeci, veterano della politica, non teme che il terremoto Pdl si ripercuota su di lui («la gente vota me, non Berlusconi»). E le piazze non le disdegna del tutto. Mercoledì sera ha sfidato il suo principale avversario, Rosario Crocetta, a casa sua, a Gela. Il candidato Pd-Udc, che della cittadina nissena è l'ex sindaco, ha optato prudentemente per una sala d'hotel; Musumeci invece ha scelto piazza Sant'Umberto, ribattezzata piazza della contestazione perché, con spirito bipartisan, ha fischiato tutti quelli che si sono presentati a cercar voti. «Era mezza vuota», hanno scritto le agenzie di stampa. «Era piena e non semivuota, c'erano otto contestatori con i fischietti», ha ribattuto Musumeci distribuendo ai cronisti la foto del comizio.
Campagna elettorale paradossale, quella siciliana, comunque vada. Il Pdl dell'ormai fu 61 a 0 del 2001 ridotto a rincorrere; Gianfranco Miccichè, l'uomo di quei 61 seggi a zero, candidato governatore più per far perdere Alfano e il Pdl che per diventare governatore sul serio, che spara contro il Cav («ha telefonato a Lombardo per non farmi votare») ed è sospettato di doppiogiochismo, voti su Crocetta per far perdere Musumeci; Pd e Udc in tandem, al fianco di Crocetta. E nei paradossi di una campagna elettorale sotto tono c'è pure una polemica, guarda un po', per una piazza: quella del teatro Massimo, concessa a Palermo da Leoluca Orlando alla candidata di Idv e Sel, Giovanna Marano. Oggi il gran finale. Alfano chiude a Palermo, con una conferenza stampa. Il presidente della Camera e leader Fli Gianfranco Fini farà da spalla, a Palermo, a Miccichè. Musumeci chiuderà nel Catanese. Crocetta invece sarà a piazza Magione, la stessa dell'ultima tappa ieri sera di Grillo, per una festa di chiusura. Chissà mai che i grillini non facciano una no stop di ventiquattr'ore e aiutino a riempirla..

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