Cronache

Quella zampa sulla bara vale quanto una preghiera

Il suo "collega" poliziotto è morto in servizio durante una sparatoria. E lui, il pastore tedesco Figo, gli porge l'estremo saluto con una carezza

Quella zampa sulla bara vale quanto una preghiera

Pochi giorni fa ho raccontato la storia di Tabù, il cane che, finito sotto un treno, rimase con tre zampe. Quando entrava in studio si metteva a sedere e offriva l'unica zampa anteriore a tutti quelli che erano in sala d'aspetto e anche ai veterinari che gli avevano amputato l'arto. Ora, l'immagine di Figo, il cane poliziotto che allunga la zampa sulla bara di Jason Ellis, con il quale lavorava, sta facendo il giro del mondo, sorprendendo i tabulati dei social network, cliccata in ogni parte del pianeta da milioni di persone dapprima incredule, di fronte a un gesto simile, compiuto da un cane. Eppure è tutto vero, non c'è finzione, non è una delle tante bufale che il web traditore ci ammannisce ogni giorno. Questa è la storia di un legame profondo, talmente profondo da oltrepassare il confine tra la vita e la morte.

Inutile esercizio mentale quello di interpretare se il cane che ha salutato in questo modo il suo partner lo abbia fatto perché il suo olfatto finissimo sentiva ancora la presenza di Jason, come vorrebbe qualcuno, oppure se nell'atto di dare la zampa, il cane possiede un ricordo atavico di sottomissione proveniente da quando era un selvatico lupo e doveva obbedienza al capobranco. Qui non si tratta di una discussione tra etologi, ma dell'impressione e della profonda emozione che si ricava da questa fotografia. E questa volta, posso giurare che lo studio del comportamento istintuale ed etologico del cane ha veramente poca importanza di fronte a un gesto che tutti sappiamo il cane impara con estrema facilità e che significa confidenza e fiducia massima nel proprio amico uomo.

È stato un funerale di profonde emozioni, quello che si è svolto a Bardstown, nel Kentucky, dove Jason Ellis, giovane poliziotto di soli 33 anni, ha ricevuto la benedizione del sacerdote nella sua bara, dopo che, il 25 di maggio all'uscita della rampa di un'autostrada, è stato ucciso da numerosi colpi d'arma da fuoco in quella che gli inquirenti sono certi sia stata una vera e propria imboscata, ben organizzata dai criminali che forse avevano con lui qualche conto in sospeso.

I cani di solito non sono bene accetti in chiesa, come dicono i nostri proverbi, ma in quell'occasione il partner di Jason, il suo Pastore Tedesco di nome Figo, ha seguito la cerimonia funebre fino al cimitero di Chaplin, dove si è svolta una toccante cerimonia cui hanno preso parte i compagni di Jason, i suoi superiori, l'amministrazione della città e numerosi amici e semplici cittadini andati a salutare chi aveva, come spesso accade per le forze di polizia, donato la sua giovane vita alla comunità e al rispetto delle sue regole.

Quando Figo si è alzato e si è trascinato lentamente verso l'urna funebre, tutti lo hanno guardato e nessuno si è sognato di fare un gesto che potesse trattenerlo. A quel punto il cane, nel silenzio surreale del piccolo cimitero, ha appoggiato la sua zampa sulla bara. Si sono visti allora volti rudi, di gente abituata a vedere la feccia e il fondo del barile ogni giorno, serrare i denti per la commozione, mentre qualche lacrima scendeva liberatoria sulle guance di sceriffi e sergenti con la pistola sul fianco.

La lunga bandiera americana era cullata dal vento, gli strumenti musicali cominciavano a suonare la marcia funebre, ma tutti guardavano affascinati quella zampa solida piantata sul legno e quegli occhi profondi che dicevano «Addio, Jason».

E allora, Dio ti benedica, Figo, vecchio amico di noi tutti.

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