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Quelle aziende comunali che finanziano le feste Pd

Le società partecipate dalle giunte rosse sponsorizzano le kermesse democratiche

Quelle aziende comunali che finanziano le feste Pd

Aziende pubbliche, partecipate dai comuni guidati dal Pd, che poi sponsorizzano le feste del Pd. Succede un po' ovunque nelle centinaia di ex Feste dell'Unità ora dette Feste democratiche. A Perugia, per esempio, dove la giunta è targata Pd, due società del Comune, la Gesenu S.p.A. che si occupa di rifiuti e la Si(e)nergia S.p.A., hanno sponsorizzato la festa di partito (il loro logo compare in bella mostra nel programma dell'evento). Questo malgrado una norma approvata dal Consiglio comunale perugino che vieta alle partecipate di fare pubblicità o finanziare manifestazioni politiche (denuncia l'opposizione di centrodestra). Il caso si ripete altrove. Tra gli sponsor della Festa democratica di Grosseto c'è anche Acquedotto del Flora Spa, gestore di servizi idrici partecipato dal Comune di Grosseto, dove la maggioranza è Pd. Anche nella festa nazionale del Pd, che quest'anno è a Reggio Emilia, Comune guidato dal Pd, c'è una sponsorizzazione pubblica. In questo caso si tratta dell'Iren Spa, multiutilty con sede legale a Reggio Emilia, partecipata (anche) dal Comune.
La Iren ha acquistato 50mq di spazio all'interno della Festa democratica nazionale, uno stand all'aperto dove comunicare i propri progetti sulla differenziata. Il contributo è stato fatturato non direttamente dal Pd ma da una società di eventi ingaggiata dal partito di Bersani per organizzare la festa.

Quanto? «Qualche migliaio di euro, che comprende anche uno spazio pubblicitario nei pieghevoli che distribuiamo alla Festa» ci spiega Ermete Fiaccadori, organizzatore della Festa per quanto riguarda la parte locale. Del resto, comprese le numerosissime sponsorizzazioni private (qualche milione di euro arrivato da Unipol, Coop, Conad, Granarolo, Confederazione italiana agricoltori, Pepsi, e varie case automobilistiche da Mercedes a Daihatsu), si occupa la società ad hoc del Pd, la Eventi Italia Feste Srl (posseduta al 100% dal partito). Sapere se anche nella raccolta nazionale, oltre ai privati, ci siano anche società pubbliche come sponsor, è impresa impossibile: «Nei contratti di pubblicità abbiamo l'obbligo di riservatezza» spiega gentilmente Antonella Trivisonno, responsabile amministrativa della tesoreria Pd (nei mesi scorsi se ne parlò per via della sua precedente esperienza al fianco del tesoriere della Margherita, Luigi Lusi). Qualcosa in più ci dice Lino Paganelli, presidente della Srl democratica che organizza la festa nazionale: «Negli anni scorsi abbiamo avuto sponsorizzazioni da Eni e Poste italiane», due società partecipate dal ministero dell'Economia. Nella legge sul finanziamento dei partiti è vietato esplicitamente che una società pubblica o partecipata possa dare soldi ad un partito, proprio per evitare commistioni pericolose.

Nel caso delle feste, in modo indiretto, il denaro pubblico arriva a società direttamente collegate ai partiti, o direttamente a loro. Nel caso del Pd infatti ad organizzare le feste sono, nei comuni più piccoli, direttamente le sedi locali del Pd. Conflitto di interessi? «Ci sarebbe - risponde Paganelli - se quei soldi non fossero spesi immediatamente, come avviene sempre, per finanziare la festa stessa». Anche il tesoriere nazionale del Pd, Antonio Misiani, non vede alcun problema: «Anche Cl col suo meeting di Rimini viene sponsorizzato da soggetti istituzionali. Nelle nostre feste c'è una semplice transazione di mercato. C'è un listino con le tariffe per gli spazi pubblicitari, e chi è interessato, privati o no, può acquistarlo. Anche perché le feste passano migliaia di persone e dunque è una vetrina importante per comunicare». Le tariffe si aggirano attorno ai 5mila-10mila euro, a seconda dello spazio e delle dimensioni della kermesse.

È innegabile però un'attenzione particolare da parte delle amministrazioni amiche (oltre alle solite Coop e Unipol). Anche ad Alassio, in Liguria, il Comune (dove governa il centrosinistra) ha concesso l'auditorium comunale gratis per una settimana, invece dei 1.000 euro al giorno previsti (così ha denunciato l'opposizione in Comune).

A Sestri Levante, invece, il Comune (sempre di centrosinistra) ha pubblicizzato la Festa democratica locale usando i tabelloni luminosi di sua proprietà, normalmente usati per informare su iniziative del Comune, non di un partito.

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