Politica

Quelle spese folli di Lusi a carico della Margherita: 180 euro per degli spaghetti

In 4 anni l'ex tesoriere ha prelevato dai conti del partito 1,4 milioni di euro. Lui si difende: "Servivano a finanziare i big, ma se non c'erano accordi scritti" Rotto il patto del silenzio: Pd alla resa dei conti

Quelle spese folli di Lusi  a carico della Margherita: 180 euro per degli spaghetti

Ancora fuorionda, ancora parole registrate ma che non dovevano essere pubblicate. La resa dei conti nel Pd è scattata e, dopo le parole pronunciate a Servizio Pubblico stavolta Luigi Lusi si sfoga con il vicedirettore di Libero Franco Bechis e racconta dove sono finiti i soldi che mancano dai bilanci della Margherita e su cui sta indagando la magistratura.

Quei 13 milioni di euro introvabili - che possono diventare persino 20 secondo i magistrati - avrebbero finanziato molti big dei partiti. Eppure non ci sono prove: "Non c’è niente di scritto, Bechis. Non c’è una autorizzazione a spendere mille lire, né un'autorizzazione a spendere milioni o migliaia di euro. Non c’è niente di scritto, niente", spiega l'ex tesoriere della Margherita, che aggiunge: "quando io dico mi assumo la responsabilità di tutti e per tutti, è un fatto. Non è un’opinione. Non è una botta di vita da Ottocento, da Settecento… È un fatto. Chi ha autorizzato i pagamenti? Io. In re ipsa sono responsabile. Di quanto? Abbiamo speso 220 milioni di euro in questi anni? Di 220 milioni di euro. Ma è così. Non è polemica. In un partito che non ha una linea di comando formale, è così che funziona. E io non conosco partiti che abbiano linee di comando formali. Dove arriva l’ordine scritto in cui l’organo x o y ha deciso questo…Non c’è. Le indicazioni sono verbali, di scritto non c’è nulla".

Di tutte le operazioni, insomma, non si ha traccia scritta e per questo motivo l'ex tesoriere è "stretto in una cinghia asfissiante. Stanno lavorando per massacrarmi così se un giorno impazzissi qualunque cosa io voglia o possa dire sarà priva di fondamento". Ecco perché ha sempre rifiutato di parlare con i giornalisti: "Ho scelto il silenzio sulla mia vicenda giudiziaria perchè qualunque cosa io dica in questo momento verrebbe usata contro di me, pure se vera. È una scelta personale e politica. Non c’è nessun patto con i magistrati".

Nel suo colloquio, Lusi resta sempre sul generico, non fa nomi. A parte uno: quello di Matteo Renzi, tirato in ballo proprio da Libero. "L’unico dubbio che ho adesso è se finanziava le primarie o la campagna elettorale", spiega il senatore precisando che "se uno mi chiama a testimoniare dirò che è cosi".

Ma a leggere le fatture di Lusi intestate alla Margherita che riporta Repubblica sembra che l'ex tesoriere non se la passasse affatto male. Il quotidiano riporta anche il dossier commissionato dal Pd alla società di consulenza Kpmg sui bilanci del partito nel quinquennio 2007-2011. Centinaia di scontrini fiscali, di fatture, di ricevute per taxi, alberghi, ristoranti, aerei. Tutto conservato con meticolosa cura e che potrebbero costare caro al senatore.

Solo nel 2011 Lusi avrebbe speso per conto del partito 218mila e 250 euro. Settantamila euro per una settimana alle Bahamas con i familiari, 11mila per un weekend a Sveti Stefano, nel Montenegro. Quasi 9mila euro di penale per annullare la vacanza. E persino 180 euro per un piatto di spaghetti al caviale al Pantheon e 1.500 euro per un pasto nell'Aquilano. E ancora spese folli in Canada e nelle capitali europee: al Carlton di Londra spende per una notte 2.600 euro, al Cercure Ivry di Parigi una media di 1.600 euro a soggiorno, a Sanremo 1.988 euro per una notte all'Hotel Royal.

E non solo.

Nel dossier - che analizza anche i movimenti del conto Bnl ritenuto la cassaforte del partito - si legge che "tra il primo gennaio 2007 e il 31 dicembre 2010, vengono prelevati allo sportello con operazioni di cassa 1 milione 339mila 100 euro, con una media mensile di 30mila euro". 

Commenti