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Re, capi di Stato e premier tutti in fila per il Papa umile

Un milione a Roma per l'investitura. In prima fila il vice presidente Usa, il cattolico Biden. Polemiche sull'arrivo di Mugabe. Padre Lombardi: "Nessuno è stato invitato"

Re, capi di Stato e premier tutti in fila per il Papa umile

Città del VaticanoI potenti del mondo davanti al Papa che vuole una Chiesa povera e per i poveri. Re, capi di stato e di governo, anche personaggi discussi: 132 delegazioni di Stati o organizzazioni internazionali saranno presenti questa mattina alla messa di inizio del pontificato celebrata sul sagrato di San Pietro. Nessuno è stato invitato, ed è una precisazione importante che arriva da padre Federico Lombardi: la Santa Sede si limita a informare dell'appuntamento e accoglie con un «benvenuto», senza privilegi, chiunque voglia partecipare.
Compreso Robert Mugabe, dittatore dello Zimbabwe. Che peraltro ha studiato dai gesuiti e fu presente anche ai funerali di Giovanni Paolo II. Una polemica si è addensata anche sul capo della delegazione indiana, il vice presidente del Senato P.J.Kurien, finito sotto processo nel 1996, con altre 46 persone, per aver segregato e violentato per 40 giorni una studentessa di sedici anni.

Le due delegazioni più numerose saranno quella argentina, guidata dalla presidente Cristina Kirchner e composta da 19 persone, e quella italiana con Giorgio Napolitano e signora, il premier Monti, i nuovi presidenti delle Camere e il presidente della Corte costituzionale. Assieme alla Kirchner, dall'Argentina è giunta anche la notizia che il presidente della Corte suprema di giustizia ha scagionato Jorge Mario Bergoglio dall'accusa di complicità con la dittatura militare di Jorge Videla. Papa Francesco «è una persona assolutamente innocente», ha detto Ricardo Lorenzetti.
Sono annunciati 31 capi di stato, 6 sovrani regnanti, 3 principi ereditari, 11 capi di governo. Domenica sera è arrivato il vicepresidente statunitense, il cattolico Joe Biden con alcuni familiari, che ieri ha incontrato un gruppo di cardinali. Sono in arrivo anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, i primi ministri di Francia e Spagna, i reali del Belgio, i principi di Monaco. Numerose le rappresentanze delle altre religioni: molto significativa la presenza del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, capo della Chiesa ortodossa orientale, oltre alla delegazione ebraica, musulmana, buddista, sick, jainista. Ma ilvero spettacolo sarà la folla di fedeli: si prevede un milione di persone.
Il Papa entrerà in piazza San Pietro attorno alle 8,45 sulla papamobile e girerà nei corridoi transennati in cui è stata suddivisa la piazza. Intorno alle 9,15 vestirà i paramenti nella sagrestia. Scenderà nelle Grotte vaticane a pregare sulla tomba dell'apostolo Pietro accompagnato dai 4 patriarchi e i 6 arcivescovi maggiori delle Chiese orientali cattoliche, quindi uscirà chiudendo la processione con i 180 concelebranti: cardinali, arcivescovi, patriarchi e i superiori di gesuiti e francescani.

La cerimonia è ricca di simboli. Si svolge tra la tomba di Pietro e la piazza dove l'apostolo fu martirizzato nel Circo di Nerone. Qui verrà imposto al Papa il pallio (una specie di sciarpa di lana di agnello che ricorda il Buon Pastore) e consegnato l'«anello del Pescatore», segno dell'eredità di San Pietro. Bergoglio riceverà l'atto di obbedienza di sei cardinali in rappresentanza di tutto il collegio. La messa, che dovrebbe durare un paio d'ore, è stata snellita in alcuni momenti rispetto a quella del 2005. Francesco ha anche deciso stemma e motto, confermando quelli che aveva da vescovo con simboli che rimandano a Gesù, la Madonna e San Giuseppe e una frase, «Miserando atque eligendo», riferita alla vocazione di San Matteo: Gesù «ne ebbe compassione e lo scelse».

Un altro richiamo alla misericordia.

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