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Il re delle tessere Pd in Sicilia tra parentopoli e affari d'oro

Genovese, ex sindaco di Messina, è alla Camera dopo il record alle primarie. La sua rete spazia tra formazione e trasporti. Con commesse milionarie a moglie, cognati e nipoti

Il re delle tessere Pd in Sicilia tra parentopoli e affari d'oro

«Non riesco proprio a capire il perché di queste domande tendenziose», si stizzisce Francantonio Genovese, che a dispetto delle parvenze da svampito Mister Magoo - occhialini, calvo, minuto - è uno degli uomini forti della politica in Sicilia, soprannome «Mister 20mila preferenze». Genovese, che poi è messinese, anzi è proprio l'ex sindaco di Messina, è appena stato rieletto alla Camera col Pd, dopo aver vinto le «parlamentarie» dei candidati di Bersani con il record assoluto di preferenze in tutta Italia, 19.590 per l'esattezza (eletto nelle «liste pulite» del Pd malgrado sia indagato per abuso d'ufficio). La domanda tendenziosa che infastidiva l'onorevole riguarda il business - 500 milioni di euro l'anno - della formazione professionale in Sicilia, i corsi finanziati dalla Regione. Si dà infatti il caso che Genovese abbia partecipazioni in alcune società che, guarda la coincidenza, si occupano proprio formazione professionale. E che in altre ci siano suoi parenti.

Come la Lumen, di Messina, presieduta da Elena Schirò, moglie di Franco Rinaldi, cognato di Genovese. La Lumen nel 2013 riceverà, per organizzare i suoi corsi professionali, circa un milione di euro dalla Regione Sicilia. Dove siede proprio il piddino Rinaldi, il consigliere regionale (ma si chiamano deputati anche loro, in Sicilia) che alle ultime regionali, quelle che hanno incoronato Rosario Crocetta nuovo governatore del rinnovamento siciliano, ha preso più voti di tutti, 18.600, anche lui un recordman di preferenze, come il cognato Genovese. I due cognati si incontrano non solo per i pranzi la domenica, ma anche a livello societario, per esempio nella Training Service, un'altra società di formazione professionale che riceverà nel corso dell'anno 390mila euro, poi nella Nt Soft (300mila euro nel 2012), dove partecipa un nipote di Rinaldi e ancora l'onorevole Genovese, e poi ancora l'Esofop, dove siede Chiara Schirò, moglie dell'onorevole Genovese, e già che c'era pure Giovanna Schirò, l'altra cognata del campione di preferenze del Pd. Che, come ciliegina sulla ricca torta della formazione finanziata dal pubblico, affitta un suo immobile (proprietà di una società di cui è socio) ad un'azienda di Messina, la Enaip, che per l'appunto fa formazione professionale. Mica male no?

E pensare che di torte aveva parlato proprio il governatore del Pd, Crocetta, appena eletto. «Se io so che c'è un sistema che si gestisce la torta in modo clientelare, questo sistema lo vogliamo cambiare o no? Ho parlato delle fondazioni in cui si trovano mogli di dirigenti, mogli di deputati eccetera. Ma anche la formazione è così. E noi dobbiamo mantenere una formazione così?». Potrebbe girare la domanda al deputato siciliano del Pd Rinaldi, che siede nella sua maggioranza, e soprattutto al cognato onorevole Genovese, «mister 20mila preferenze». Che, in ossequio del motto mediterraneo «la famiglia prima di ogni cosa», ha sistemato tutti in famiglia: «la moglie, tre cognati, due nipoti - riassume Antonio Rossitto di Panorama, che per primo ha raccontato la dinasty della formazione in Sicilia - tutti attaccati alla florida mammella della formazione professionale isolana: con quattro società che nell'ultimo anno hanno incassato quasi 2 milioni di euro di contributi pubblici». Un carrozzone, quello della formazione professionale, che in Sicilia inghiotte mezzo miliardo l'anno e che impiega un esercito di persone, quasi 9mila, che poi, al momento del voto, non dimenticano gli amici. Pino Apprendi, un altro consigliere regionale del Pd, lo dice chiaro: «È un bancomat clientelare».

Ma non si creda che l'ex sindaco di Messina si fermi alla formazione professionale. Il suo campo d'azione spazia dalle telecomunicazioni agli alberghi, dalla ristorazione alla consulenza. E pure nei trasporti marittimi, visto che Francantonio Genovese è consigliere del gruppo Franza, quello che gestisce i traghetti che collegano Messina al «continente». E perciò l'onorevole si è guadagnato, dopo «Mister 20mila preferenze, un secondo soprannome: «Franzantonio». Un sistema di potere collaudato, che si quantifica in 11mila tessere Pd (su 12mila di tutta la provincia di Messina) controllate da Genovese. Una macchina perfetta. «Alle elezioni, a Messina era possibile votare in 25 seggi, alcuni ubicati nelle sedi di enti formazioni - scrive su Linkiesta Giuseppe Alberto Falci - Come ad esempio, il seggio allestito negli uffici dell'ente di formazione Aram, nel quale Genovese ha ottenuto 200 voti su 212 disponibili. “Oltretutto – spiega una fonte – il presidente del seggio era un fedelissimo di Genovese, colui che guida l'Aram”. Fantastico».
La scuola è quella Dc, per via ereditaria. Il padre Luigi Genovese, è stato senatore Dc, mentre lo zio, Nino Gullotti ministro democristiano, l'uomo che «possedeva il 41% delle tessere Dc in Sicilia» (Giampaolo Pansa). Francantonio entra giovanissimo nella Dc, poi trasloca in tutte le reincarnazioni democristiane, dal Ppi alla Cdu, all'Udr di Cossiga fino alla Margherita di Rutelli (che, colpito dai suoi 13mila voti, lo nomina subito dirigente nazionale) e quindi Pd.

E ci mancherebbe che uno così non possa fare la formazione agli altri.

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