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Regione Lazio, domani Fiorito dai pm di Viterbo

L’ex sindaco di Anagni domani in procura a Viterbo. Deve dare spiegazioni sulle fatture depositate alla Pisana per i relativi rimborsi dal consigliere Battistoni

Regione Lazio, domani Fiorito dai pm di Viterbo

Non si è ancora placata la polemica per la gestione allegra dei conti del gruppo Pdl alla Regione Lazio, che ha rischiato di far cadere la giunta presieduta da Renata Polverini. Intanto l'inchiesta della procura di Roma va avanti. Domattina Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla Regione indagato per peculato, sarà interrogato a Viterbo dal pm Massimiliano Siddi per "reato connesso". Sarà sentito in qualità di testimone. L’ex sindaco di Anagni deve fornire spiegazioni sulle fatture depositate alla Pisana per i relativi rimborsi dal consigliere regionale viterbese, suo successore alla guida del gruppo e nemico giurato, Francesco Battistoni. Si tratta di fatture che, secondo quanto dichiarato dallo stesso Battistoni e almeno due società con sede a Viterbo (la Panda Cz e la Majakovskij Comunicazioni), sarebbero state falsificate. E in questo modo il loro importo sarebbe aumentato (di decine di volte). Il fascicolo di cui è titolare il pm Siddi nasce da ben tre diversi esposti: uno di Battistoni e gli altri due delle stesse società. Tutte e tre sono stati presentati dopo la pubblicazione sui giornali delle copie delle fatture ritenute "gonfiate".

Davanti ai magistrati che l'hanno ascoltato nei giorni scorsi Fiorito si è dichiarato vittima delle richieste esasperanti dei suoi colleghi consiglieri, che lo avrebbero assillato: "Pagavo false fatture ai miei colleghi. E ha puntato il dito in particolare contro la consigliera regionale Lidia Nobili: "Mi persrguitava per chiedermi soldi". Gli inquirenti vogliono vederci chiaro. E a Fiorito, che accusa chi gli stava in torno, contestano di aver preso oltre un milione per sé effettuando bonifici su suoi conti all'estero. Sarebbero 264, in tutto, i bonifici senza nome (cioè senza intestatario), a partire dall'agosto 2011. Con pagamenti, in un solo giorno, anche di 100mila euro. Insomma, un vero e proprio fiume di denaro. Tra gli addebiti "strani" su cui i pm vogliono fare luce ci sono quelli fatti in un caseificio romano di via Casilina: 1.380 euro in formaggi, ricotta e mozzarella.

Intanto sul piano politico non si registrano particolari novità. Mentre il Pd tenta di far cadere la Polverini con le dimissioni in massa (serve la maggioranza dei consiglieri regionali), l'Udc dice no. "È fuori luogo questo tentativo di spostare dal Consiglio alla Giunta le responsabilità. Da vicepresidente non accetto che una persona come me che si è dimesso da deputato per fare il vicepresidente della Regione venga coinvolto nelle ruberie di Fiorito, sono cose diverse e inaccettabili: chi mette le due cose insieme fa un errore clamoroso e una ingiustizia". Lo ha detto il vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti (Udc).

A chi gli faceva notare che l’opinione pubblica, però, oggi potrebbe considerare coinvolta nella questione fondi l’intera classe politica della Regione Lazio, Ciocchetti ha risposto: "Penso che ci sono responsabilità penali che saranno accertate dalla magistratura come è giusto. Ci sono delle responsabilità politiche che la giunta si è assunta proponendo dei tagli, che sono stati approvati in cinque giorni rendendo il nostro il Consiglio più virtuoso d’Italia, siamo sotto la Toscana come spesa procapite.

Sono stati fatti degli errori e degli sbagli, ma ci sono responsabilità da accertare penalmente e politiche che giudicheranno i cittadini".

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