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Renzi, via alle consultazioni

Il presidente del Consiglio incaricato incontra i gruppi politici. Scelta civica: "Sì a patto di coalizione". Alfano: "Sì, ma con stessa maggioranza di Letta" Domani tocca a Forza Italia e Pd

Renzi, via alle consultazioni

Ha iniziato subito a lavorare Matteo Renzi, presidente del Consiglio incaricato ieri dal Capo dello Stato. Le consultazioni si svolgono a Montecitorio. Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali e braccio destro del leader del Pd, fa sapere che il governo sarà pronto entro la fine della settimana. Pochi giorni, dunque, e la riserva verrà sciolta, con la lista dei nomi per la formazione della compagine che affiancherà Renzi a Palazzo Chigi. "Il lavoro procede bene, siamo tranquilli", ha aggiunto Delrio che, insieme a Lorenzo Guerini, accompagna Renzi nelle consultazioni in corso alla Camera. La prima delegazione ricevuta dal presidente incaricato è quella di Centro democratico, con Bruno Tabacci, Pino Pisicchio e Nello Formisano.

"Il futuro governo Renzi è un governo assolutamente utile per la speranza che ha creato nel Paese e per il respiro di legislatura - afferma Tabacci dopo l'incontro -. È l’ultima carta, gli auguriamo successo". Il Cd, dice Tabacci, ha presentato "un documento in sette punti" al futuro premier: dalle riforme (dove quelle Costituzionali si intrecciano alla legge elettorale) al fisco.

Il segretario del Psi, Riccardo Nencini, dopo aver parlato con il premier incaricato dice che "Renzi ha riconfermato la scaletta, con partenza immediata della legge elettorale e delle riforme costituzionali a febbraio". E aggiunge: "Abbiamo chiesto un cronoprogramma e di conoscere con certezza la maggioranza che sosterrà il governo". "Un colloquio molto proficuo" durante il quale "sono state date da Renzi garanzie sul fatto che le realtà speciali sul territorio vengano tutelate", affermano i rappresentanti delle minoranze linguistiche e della Valle d’Aosta, Albert Laniece e Rudi Marguerettaz. Per quanto riguarda «l’eventuale fiducia - sottolineano però - aspetteremo il passaggio in Aula per ascoltare gli impegni ufficiali e per poter poi valutare".

La delegazione dei Fratelli d'Italia, guidata da Giorgia Meloni, sottolinea di aver ribadito la protesta "per il metodo che vede il terzo governo passare sopra la testa italiani e che appare distante anche dall’idea che Renzi ha dato di sé. Fdi - prosegue la Meloni - valuterà il merito dei provvedimenti. Noi siamo interessati al tema delle riforme". Per quanto riguarda la legge elettorale "siamo d'accordo a riformare la legge elettorale. Prima avremo la legge elettorale, prima possiamo chiedere di andare alle elezioni". La Meloni sottolinea come Renzi abbia spiegato che "la responsabilità della mancata introduzione delle preferenze sia di Forza Italia". Spazio poi anche per i Marò: Fdi poco prima di lasciare la sala ha infatti mostrato alcuni manifesti nei quali si chiede di salvare i due fucilieri.

"Grandi Autonomie e Libertà ha al suo interno una certa dialettica che sarà sviluppata una volta letto il programma e sentito Renzi in Parlamento", ha detto il presidente del gruppo Gal al Senato, Mario Ferrara, al termine della consultazione.

Secco no da parte della Lega: "Non ci siamo trovati d’accordo su nulla", spiegato il segretario del Carroccio Matteo Salvini al termine del faccia a faccia con il presidente incaricato. "Mai e poi abbiamo pensato di dare i nostri voti a un governo nato da una manovra di palazzo, men che meno a un governo di sinistra". Salvini si dice pronto alla "guerra totale" se "il governo Renzi porterà a Roma competenze e soldi". Però, ha sottolineato ancora Salvini, "a differenza del M5S noi abbiamo voluto portare le nostre proposte".

Annunciato anche il no di Sel, che si è detta indisponibile a un governo di larghe intese, pur assicurando "un'opposizione non faziosa". "Per noi le larghe intese complete o miniaturizzate non sono una risposta ai problemi del paese ma sono una parte dei problemi del Paese", ha detto Nichi Vendola, "Questo non ci porta sul terreno dell’opposizione demagogica o del richiamo della foresta in termini di contrapposizione populista. Abbiamo l’ambizione di essere una sinistra di governo capace di guardare al merito dei provvedimenti e di fronte a provvedimenti positivi per il Paese non avremo nessuna esitazione a riconoscere un valore utile".

Sostegno a Renzi arriva anche da Scelta civica, che ha "intenzione di partecipare profondamente a questa fase che deve essere di cambiamento radicale del Paese", come ha affermato Stefania Giannini, al termine del colloquio. "La nostra sarà una partecipazione convinta in prima linea, condividendo tutte le responsabilità", ha aggiunto, "Abbiamo detto che per noi condizione di partecipazione convinta, in prima linea a questo governo è che si proceda con un metodo che avevamo proposto e che ci è stato confermato che sarà attuato: una condivisione immediata di priorità tematiche e quindi di un patto di coalizione, un contratto di coalizione".

Ultima delegazione ad entrare nella stanza delle consultazioni per oggi quella di Angelino Alfano. Il leader del Nuovo centrodestra ha spiegato di aver imposto alcuni paletti a Renzi: "No ad un governo di sinistra o di centro sinistra noi volgiamo che nasca con la stessa maggioranza che ha sostenuto il governo di Enrico Letta se si allarga a sinistra per noi non va bene. È emerso chiaramente che Vendola non c’è, il primo scoglio è superato", ha detto, "Se si ha in mente di fare la patrimoniale, il Nuovo Centrodestra non è disponibile. Di certo abbiamo ottenuto che concluse le consultazioni, quando saranno chiare le forze, queste forze si riuniscano domani pomeriggio per vedere se c’è compatibilità tra i programmi. Se c’è, si può immaginare di fare un governo".

E il Movimento 5 Stelle? La decisione se andare o meno a parlare con Renzi è stata affidata alla decisione della Rete. "È online - scrive su Facebook Riccardo Nuti, deputato M5S ed ex capogruppo a Montecitorio - la possibilità di pronunciarsi sulle consultazioni. Secondo me non bisogna andare, è tutto già deciso, lo stesso Renzi ha anche già detto un nuovo governo con l’attuale maggioranzà". Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si sono detti contrari a "consultazioni farsa" ma hanno deciso di lasciare la parola alla base. Che si esprimerà con votazioni aperte a tutti gli iscritti del movimento (fino alle 22 di oggi). Sempre su Facebook il deputato 5 stelle Alessandro Di Battista rincara la dose: "Domani ci sarebbero le consultazioni con una marionetta di De Benedetti. Dobbiamo andarci sì o no? Decidono gli iscritti.

Io a un giornalista che mi ha chiesto andrete alle consultazione con il presidente Renzi? ho risposto Renzi chi? Intendeva De Benedetti".

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