Politica

Renzi riciclerà Prodi, D'Alema e Letta?

Uno al Quirinale, gli altri due in Europa. Per le poltrone che contano continuano a circolare i soliti nomi

D'Alema, Prodi e Letta al governo insieme
D'Alema, Prodi e Letta al governo insieme

Bersani dispensa lodi a Renzi: "E' stato bravissimo - dice in un'intervista al Corriere -. Ha trovato un'empatia con un Paese impaziente, dimostrandosi impaziente lui stesso. E ha mandato un messaggio di cambiamento senza avventura". La chiave del successo è tutta lì secondo l'ex segretario del Pd. Il roboante 40,8% a sinistra ha lasciato tutti a bocca aperta, ma Bersani, oltre a incensare il leader che ha portato i suoi a quel risultato, per certi versi insperato, ne approfitta per dargli anche un consiglio: "Quando si governa ci vuole umiltà. A Renzi serve molta umiltà. Mi pare che l’abbia capito".

Tra le righe, nell'intervista (anzi proprio all'ultima riga), si legge un altro messaggio molto interessante, che fa riferimento alla scelta del nuovo Presidente della Repubblica. Una scelta che potrebbe arrivare tra non molto, visto che Napolitano, quando aveva accettato il secondo mandato, aveva detto chiaro e tondo che la sua disponibilità era a tempo. E' normale, quindi, che le forze politiche stiano già pensando al dopo Napolitano. Sui nomi ancora top secret. Però quando Aldo Cazzullo gli chiede come sarà la prossima partita del Quirinale, Bersani risponde così: "Sarà meno difficile. La prossima volta ci sarà lealtà". Non dice "spero che sarà meno difficile e che ci sia più lealtà". Bersani si mostra sicuro, quasi che le cose ormai fossero cambiate radicalmente a sinistra. E il messaggio, tra le righe, potrebbe far pensare alla volontà di chiudere i conti, di porre fine alle polemiche e alle spaccature ridando a Romano Prodi ciò che gli è stato tolto, con la clamorosa spaccatura in seno al Pd che fece saltare la nomina del fondatore dell'Ulivo al Colle. Ora i tempi sono più maturi? Dalla bocca di Bersani non esce una parola in tal senso, però, nei corridoi della politica, sono in molti a ritenere che Renzi potrebbe avere il desiderio di "ricompensare" il Professore, facendolo andare a sedere sulla prima poltrona d'Italia. In barba alla rottamazione e alle facce nuove.

Intanto continuano a circolare voci su un possibile ingresso di Massimo D'Alema o Enrico Letta in Europa. Renzi potrebbe puntare su uno dei due per un ruolo molto importante nella Commissione Ue. Il premier sa che la partita è dura e che gli attori in campo sono molti. Ma sa bene, come tutti sanno, che il suo è il primo partito in Europa - come consensi raccolti - e in virtù di questi numeri potrebbe battere i pugni sul tavolo per ottenere qualcosa di rilevante. Cosa di meglio che la poltrona di presidente della Commissione Ue? Per chi? Enrico Letta, che ha il "pregio" di essere di sinistra ma anche ex democristiano e quindi di piacere (un po') anche ai moderati del Ppe. Qualcuno però storce la bocca e dice che, con Draghi alla Bce, non può esserci un altro italiano in una posizione di vertice. Se non dovesse andare in porto l'operazione Letta potrebbe spuntare il nome di D'Alema, magari andandosi a occupare di politica estera a Bruxelles.

La partita però si gioca anche in seno al Pse. Renzi vuole approfittare dell'occasione per svecchiare il Pse, cercando di ottenere la guida del gruppo al parlamento europeo. Nel regolamento di conti in seno alla sinistra europea (con Schulz che non ha vinto e i socialisti del Nordeuropa che imputano l'insuccesso ai francesi), il giovane leader italiano potrebbe spuntarla anche su questo fronte. C'è il rischio, però, che se Renzi non focalizza bene ciò che vuole (gli interessa) davvero alla fine alla fine ottenga poco o nulla. Perché chi troppo vuole..

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