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Renzi: "Se vinco già pronta la riforma Ichino"

Il sindaco di Firenze: "Se vinco la riforma Ichino è già pronta. La sinistra è Obama non la Bindi". Poi in un fuorionda su Radio 105: "I miei entrano comunque in parlamento..."

Renzi: "Se vinco già pronta la riforma Ichino"

In caso di sconfitta "porterò un po' di amici miei" in parlamento e "cercherò di avere un po' di spazio, ma io non mi faccio comprare", mentre "se vinco con la storia della rottamazione tutti da me si aspettano questo: se non lo faccio mi vengono a rincorrere". Lo ha detto Matteo Renzi nel fuorionda della trasmissione radio 105 Friends su Radio 105 Network, di cui il rottamatore era ospite.

A tre giorni dal voto i candidati alle primarie del centrosinistra giocano le loro ultime carte. In una videochat sul Corriere.it Renzi dice a chiare lettere che punta "a partire bene per il ballottaggio. Domenica sarà fondamentale, se le cose andranno come sembra, perché i sondaggi ci danno lì lì, e con noi il Pd è molto più forte che non senza di noi, ma siamo sotto appena di qualche punto percentuale". Il sindaco di Firenze è convinto di una cosa (e su questo cerca di convincere gli elettori): "Se noi vinciamo i democratici hanno più chance di vittoria. I sondaggi dicono che il Pd avrebbe una capacità di appeal molto più forte". Renzi si fa forte del sondaggio presentato oggi su Il Sole-24 Ore dal politologo Roberto D’Alimonte, secondo cui una coalizione guidata da Renzi varrebbe il 44% dei consensi contro il 35% di una guidata da Bersani.

Sulle cose da fare - in caso di vittoria alle primarie e alle successive elezioni - il rottamatore ha le idee chiare: "Il prossimo governo dovrà essere di evidente caratura tecnica, se possibile superiore al governo tecnico di oggi. Ci vuole una qualità tecnica che sia all’altezza del governo attuale. Poi, ci sono molti politici in grado di farlo e hanno una competenza tecnica straordinaria". E Monti? "La sua caratura internazionale è fuori discussione. Lui sarà utile al Paese ed è punto di riferimento per le istituzioni italiane ed estere".

Nessuna paura dei brogli

Quando gli chiedono se abbia paura di primarie truccate Renzi ostenta sicurezza: "Non parliamo di sentinelle democratiche, perché la stragrande maggioranza dei volontari che vanno ad aprire i seggi sono persone perbene, che sognano una democrazia seria e non accetterebbero mai di fare ogni tipo di giochino. Non vorrei sentir parlare nè di brogli nè di sentinelle democratiche".

Lavoro, già pronta la riforma Ichino

Uno dei punti chiave della campagna elettorale di Renzi è il lavoro: "Se vinciamo noi, abbiamo la riforma del diritto del lavoro già pronta". Poi spiega di aver pronto nel programma il "codice Ichino" per la semplificazione del diritto in materia (il giuslavorista sostiene il sindaco di Firenze). Sulla produttività "la Cgil fa bene a fare quello che vuole e mai mi permetterò di giudicare una decisione del sindacato", dice per smorzare i toni della polemica, un tempo molto aspri con Susanna Camusso (basti pensare alla querelle sulla richiesta del sindaco di lasciare i negozi aperti il 1° Maggio). Renzi aggiunge che "il rapporto con le sigle sindacali può essere di collaborazione, ma nessuno può scambiare la concertazione per diritto di veto. A un certo punto si decide o si va a casa tutti". La riforma Ichino "è pronta e si fa, senza più tavoli, commissioni, lunghe mediazioni", in caso di vittoria alle elezioni. Un no preciso, dunque, alla logica della concertazione. Un no che non piace, com'è noto, a una parte della sinistra.

Dico no a chi dice solo no

"Non si possono avere sindacati che dicono solo di no: è importante che ci siano in Italia sindacati che sanno dire anche sì". Renzi non cita direttamente alcuna sigla sindacale, ma la considerazione arriva all’indomani della mancata approvazione da parte della Cgil dell’intesa sulla produttività, che ha visto, invece, il giudizio positivo di Cisl e Uil.

La sinistra? E' Obama non è Bindi

Sempre su Radio 105 il sindaco di Firenze ammicca ai più giovani: "Penso che la sinistra sia Obama non Rosy Bindi. Fare come uno che ha osato, rischiato, si è messo in gioco contro il suo partito".

Bersani bacchetta il rottamatore

Su un'altra emittente radio, Rtl, Pier Luigi Bersani bacchetta Renzi che ieri aveva lamentato regole troppo complicate per le primarie: "Io potevo essere il candidato unico del Pd. Cerchiamo di non mettere in giro argomenti che non sono dignitosi per noi, che siamo gente seria. Abbiamo deciso prima che ci fossero queste primarie come partito, alla luce di precedenti esperienze, che alla prima occasione avremmo costruito l’albo. Questo l’abbiamo deciso, non so se Renzi fosse presente, credo di no visto che frequenta poco, è stato deciso mesi e mesi fa. Io lavoro perché ci sia il massimo di partecipazione. Faremo una cosa seria che in Europa nessuno ha fatto.

Se si pensa male si fa male".

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