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Renzi, si muovono i pm Le toghe anti-Cav in viaggio verso Firenze

A capo della Procura di Firenze potrebbero andare Boccassini o Spataro, in corsa anche Morvillo, cognato di Falcone. Velardi: "Stia attento, la caccia è già partita"

Renzi, si muovono i pm Le toghe anti-Cav in viaggio verso Firenze

La commissione per gli incarichi direttivi del Csm ha cominciato in questi giorni a vagliare i curricula per ricoprire il posto di procuratore capo a Firenze, carica vacante dopo il pensionamento di Giuseppe Quattrocchi, il magistrato che l'ha guidata dal 2008 (gli anni di Renzi presidente della Provincia e poi sindaco). I candidati a guidare la procura fiorentina sono molti, una quarantina di pm di grande esperienza, ma la rosa dei papabili si sarebbe ristretta - dicono i rumors fiorentini - ad una triade. Ha ripreso quota il nome di Ilda Boccassini, procuratore aggiunto di Milano, mentre rimangono stabili gli altri due candidati in pole. Uno è Armando Spataro, anche lui procuratore milanese, e anche lui, come la Boccassini - titolare del fascicolo «Ruby» - una vecchia conoscenza per il Berlusconi nuovo alleato di Renzi (fu Spataro a ordinare una visita fiscale al Cav per accertare le lesioni dopo l'aggressione di Tartaglia in piazza Duomo).

Il terzo nome in corsa è quello di Alfredo Morvillo, procuratore di Termini Imerese, cognato di Giovanni Falcone, magistrato antimafia di lungo corso e pm insieme a Ingroia nel processo Contrada. Tre nomi di peso, per prendere le redini di una Procura che in questi anni non ha mai sfiorato il sindaco Renzi («l'han trattato coi guanti» chiosano i maligni). Che come sottosegretario tecnico all'Interno, in quota Pd renziano, aveva indicato Domenico Manzione, vice del procuratore fiorentino Quattrocchi, mentre la sorella del magistrato Manzione è stata scelta da Renzi come direttore generale del Comune e capo dei vigili. Buoni rapporti di vicinato, tra Palazzo Vecchio e Procura, che potrebbero cambiare piega con la nuova reggenza. Anche perché tra le riforme «indispensabili» secondo Renzi c'è proprio la giustizia: «Serve la responsabilità civile dei magistrati - ha scandito alla Leopolda - se uno sbaglia per dolo deve essere chiamato a rispondere. Silvio Scaglia (ex ad di Fastweb, ndr) è stato assolto nel processo che lo vedeva accusato di maxifrode fiscale. Peccato che nel frattempo abbia scontato un anno di carcerazione preventiva. E succede a tantissime persone. Serve una gigantesca riforma della giustizia!».

La riforma della giustizia, specie se tocca il tasto della responsabilità dei giudici, è materia esplosiva in Italia. Quando il centrodestra ne ha parlato sono scoppiate delle guerre, ma non solo col centrodestra. Marco Boato (ex deputato con Verdi e Ulivo), ha ricordato in un recente convegno organizzato da Panorama cosa successe con la Bicamerale del '94 quando si abbozzò una riforma della giustizia: «Arrivò in piena commissione e fu distribuito a tutti noi membri un fax intestato all'Anm e sottoscritto da decine di magistrati, che ci intimava di non affrontare la riforma della giustizia in bicamerale. E il tema “giustizia” sparì dai lavori». Un osservatore politico come Claudio Velardi, ex spin doctor di D'Alema a Palazzo Chigi, lancia un avvertimento al sindaco-segretario: «Occhio, Renzi, il sistema non si lascerà cambiare senza aver combattuto e come al solito si servirà della magistratura per fare a pezzi chi lo minaccia - dice intervistato da La Nazione - Negli ultimi vent'anni la magistratura si è abituata a primeggiare sulla politica e non intende rinunciare al proprio primato. E infatti a Firenze è in corso da tempo un lavorìo per trovare un qualche ossicino nascosto nei suoi armadi». Pensiero che sembra condividere Berlusconi, che ai suoi avrebbe confidato: «A questo punto è bene che anche Matteo Renzi si guardi le spalle».

I timori in zona Forza Italia puntano più su secondo fronte della nuova «bicameralina» Renzi-Berlusconi. Si teme cioè che una Procura ostile possa puntare, più che direttamente su Renzi, sul suo interlocutore in Forza Italia, il fiorentino Denis Verdini. Già nel mirino dei magistrati di Firenze, insieme ad altri fedelissimi ai vertici del partito in Toscana. Un affondo giudiziario su quell'anello metterebbe in difficoltà Renzi con l'ala del partito pronta a rinfacciagli l'intesa con Forza Italia. Intanto, la quinta Commissione del Csm è al lavoro, la nomina potrebbe per marzo.

A presiedere la commissione c'è il magistrato Roberto Rossi, mentre il relatore è l'avvocato Guido Calvi, ex senatore Pd.

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