Renzo Bossi: "Mai a Tirana" Spunta la lettera di Riccardo: "Belsito, grazie per i soldi"

Come ha fatto Renzo Bossi a ottenere la sua laurea? Quella laurea in gestione aziendale conseguita in Albania e contestatagli da più parti? Una possibile risposta la dà lui stesso. Più semplice del previsto. A sentire il figlio del senatur, lui quella laurea non l'ha mai conseguita.

Quindi il documento che comprova il suo titolo di studio, ottenuto presso l'ateneo Kristal, sarebbe un falso. Renzo Bossi lo dice all'ANSA. Lui in Albania non è mai stato: "Non parlo albanese, non ho vantato titoli accademici". E rincara la dose, sostenendo che la verità di quello che dice è avvalorata dal fatto che di tutta questa storia viene "a conoscenza solo nel 2012".

L'ex consigliere della regione Lombardia fa presente anche un errore presente sul documento che testimonierebbe della sua laurea albanese. La data di nascita riportata non è corretta, "dato non poco rilevante". E spiega la sua retrosia a parlare della questione: "Credo nella magistratura e devo rispondere solo ad essa, ma mi trovo obbligato ad uscire pubblicamente, per dare uno stop a questa campagna al massacro nei miei confronti e a quei giornali che troppe volte in questi anni si sono sostituiti ai giudici".

Intanto spunta nella cassaforte di Francesco Belsito una lettera inviata da Riccardo - gli inquirenti sospettino si tratti di Riccardo Bossi, fratello di Renzo - all'ex tesoriere della Lega Nord, attualmente indagato per truffa aggravata e appropriazione indebita. "Ti elenco i pagamenti a cui devo fare fronte al 31 gennaio 2011", scrive. E sciorina: l'ultimo pagamento per il noleggio di una Clio (981 euro), il saldo delle multe arrivate (1.857 euro), un pagamento non specificato e un ulteriore pagamento da 12.625 euro (5.175 + 7.450) per il noleggio di un’altra macchina fino a febbraio 2011.

E poi ancora un lavoro di carrozzeria da saldare (3.900 euro) e le "rate di leasing assicurazione" (2.589 euro). Infine un "vecchio problema a base blu" non meglio precisato. E un: "Grazie mille per tutto quello che stai facendo".

Ciò che sospettano gli inquirenti è che i pagamenti siano stati effettuati con soldi ottenuti a titolo di rimborso elettorale.