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Responsabilità civile, l'asse tra grillini e Pd salva la casta in toga

RomaLa «strana maggioranza» Pd-M5S entra in gioco al Senato e cancella dal testo in discussione in commissione Giustizia la responsabilità civile diretta delle toghe, fortemente voluta dal centrodestra.
Tra le proteste di Fi e Ncd viene bocciato il cuore del ddl Buemi-Nencini-Longo, che voleva far rispondere i magistrati in prima persona, e non attraverso lo Stato, dei danni dovuti per gli errori giudiziari.
Succede grazie alla nuova alleanza tra senatori democratici e di Sel con grillini ed ex M5S, che fa approvare l'emendamento di soppressione dell'articolo1, presentato proprio dai parlamentari di Beppe Grillo. Anche Sc e Lega erano per la versione originale, ma il fronte è andato in minoranza.
«Un colpo di mano», lo definisce Lucio Malan di Fi: «Per i seguaci di Renzi e Grillo, dunque, i magistrati devono continuare ad essere gli unici cittadini che non subiscono alcuna conseguenza per i danni provocati dai loro errori, anche se clamorosi». Attacca Daniela Santanchè: «Renzi e Grillo si “comprano” l'immunità giudiziaria. Il voto Pd e M5S contro la responsabilità civile dei giudici salva loro e scarica sugli italiani il costo degli errori giudiziari. Sarebbe questo il modo per combattere la casta?». E Carlo Giovanardi di Ncd fa notare che il ddl «prevedeva la responsabilità dei magistrati qualora assumessero decisioni difformi dalla legislazione in vigore, così come autorevolmente già interpretata dalla Cassazione».
Proteste che i grillini si appuntano al petto come medaglie. Per loro, è «un grande risultato» aver affossato il ddl che «rappresentava l'ennesimo tentativo berlusconiano di limitare l'indipendenza e l'autonomia della magistratura», dice Enrico Cappelletti.
Il segretario del Psi e viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, tra i firmatari del ddl, non è affatto d'accordo. «Nonostante il crepuscolo berlusconiano - scrive su Facebook - la giustizia continua a fare da spartiacque tra le forze politiche, producendo un danno agli italiani e a certa sinistra, prigioniera di stereotipi del passato». E ricorda che lo stesso premier ha auspicato una radicale riforma della giustizia che disciplini la responsabilità civile dei magistrati. È quello che dice anche il presidente della commissione Giustizia del Senato, l'azzurro Francesco Nitto Palma: «Non era stato Renzi a dire che si sarebbe dovuti intervenire sulla responsabilità civile dei magistrati? Un bell'intervento davvero...».
Tra i democratici, in effetti, c'è un certo imbarazzo e Sergio Lo Giudice spiega che il Pd aveva chiesto l'accantonamento della norma, con il M5S. «Ma Palma si è irrigidito - si giustifica - rifiutando la nostra richiesta che era motivata anche dall'assenza del relatore Buemi. Così non abbiamo potuto far altro che votare contro. Non potevamo dire di sì ad altre proposte di modifica, come ci chiedeva di fare Palma, perchè il provvedimento non ci convince». Per il Pd, insomma, doveva rimanere la norma in vigore: il cittadino prima si rifà sullo Stato e poi, solo in seconda battuta, sul magistrato. Ncd, Fi e Gal ,invece, volevano cambiare radicalmente le cose e consentire che la vittima dell'errore giudiziario potesse chiedere i danni direttamente al magistrato.
La discussione proseguirà la prossima settimana.

«Ma il destino del provvedimento - assicura il grillino Mario Giarrusso - sembra di fatto segnato».

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