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In Rete parte la caccia alla Carfagna

Minacce all'ex ministro su Facebook: "Ti veniamo a prendere". L'escalation dopo un diverbio con Grillo sul caso Mediaset

In Rete parte la caccia alla Carfagna

Roma - Farsi offendere, dileggiare e minacciare sul web senza reagire non è un obbligo. Così come non è dovere del bravo politico piegarsi all'assurdo principio secondo il quale il cosiddetto «popolo della Rete» ha sempre ragione. A spezzare questo tabù ci pensa Mara Carfagna che decide di sottrarsi ai tanti portatori di idee deboli (e di insulti volgari) e di passare alle vie giudiziarie.
La miccia viene accesa da un botta e risposta tra lei e Beppe Grillo, una disfida di punture di spillo pubblicate sui rispettivi blog. Il primo affondo è firmato dalla portavoce del Pdl che critica la «proposta» del senatore Mario Giarrusso di oscurare Mediaset. «Che l'obiettivo del Movimento 5 Stelle sia, innanzitutto, quello di eliminare dalla scena pubblica Silvio Berlusconi lo si era capito da diverso tempo, tuttavia farlo sulla pelle delle centinaia di migliaia di famiglie che vivono grazie alle sue capacità imprenditoriali è da miserabili» scrive la Carfagna. «Siamo alla caccia alle streghe, anzi allo “stregone”. È proprio vero che, a volte il sonno della ragione produce mostri». Beppe Grillo non ci pensa su due volte e risponde a suo modo, senza argomentare. «Il sonno della ragione genera Carfagna», titola, riportando il pensiero dell'esponente Pdl e firmandolo «Mara Carfagna, ex valletta, ex ministro, ex parlamentare Pdl».
Fino a qui tutto potrebbe rientrare nella prassi del botta e risposta politico, al netto della cadute di stile. Se non fosse che, come spesso accade, un bersaglio indicato dal blog pentastellato finisce per scatenare l'aggressività verbale e far crepitare gli insulti su quella e altre piattaforme. Una antologia di parole rabbiose, un crescendo di volgarità assortite che culminano in un «Ti verremo a prendere a casa», pubblicato da un utente Facebook. A quel punto, anche in via cautelativa, è la stessa Carfagna a dare il via libera ai suoi legali, invitandoli a «procedere per diffamazione e minacce verso gli utenti di Facebook e Twitter che hanno utilizzato nei miei confronti affermazioni lesive e gravemente offensive. I commenti, molti dei quali espressi da presunti militanti del Movimento 5 Stelle, si riferiscono alla mia presa di posizione contro l'ipotesi di oscurare Mediaset. A destare maggiori preoccupazioni sono le minacce personali come, ad esempio, quella espressa da un utente Facebook che dice: «Ti verremo a prendere a casa». Una «promessa» a cui fanno seguito altri messaggi dal tenore simile tra cui uno che recita: «Appena veniamo a Roma la squartiamo. Ho già pronta la mannaia. Un pezzo alla volta».
Mara Carfagna, raggiunta al telefono a Salerno dove sta raccogliendo le firme per i referendum radicali sulla giustizia, spiega così la sua reazione. «Parte tutto da Grillo. Di fronte a Giarrusso che ha chiesto l'oscuramento di Mediaset per assenza di concessioni - non sapendo neppure che le concessioni sono state abolite e sostituite dall'Autorizzazione generale - Grillo aveva due possibilità: tacere o rispondere nel merito, smentendo il suo parlamentare. Invece ha scelto di glissare ed espormi al ludibrio del web. È una sua tecnica quella di indicare un nemico. A quel punto è stato un trionfo di volgarità, sessismo, commenti violenti e a volte brutali e ho ritenuto giusto procedere a una segnalazione all'autorità giudiziaria». «Il problema» continua la Carfagna «è che la Rete è diventata una barriera per codardi, uno schermo dietro cui nascondersi - spesso sotto falso nome - per esprimere gli istinti più beceri, violenti e volgari. Questa volta, però, la reazione è stata forte.

Mi ha confortato la valanga di messaggi di solidarietà da parte della gente comune, non solo della mia parte politica, che ha reagito con sdegno a questa che altro non è se non debolezza di idee e argomentazioni».

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