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Riforme costituzionali: via libera dal governo

Il Consiglio dei ministri approva il ddl costituzionale che disegna il percorso delle riforme. Il ministro Quagliariello: "C'è un programma di 18 mesi, il referendum ci sarà comunque"

Riforme costituzionali: via libera dal governo

In diciotto mesi se non ci saranno intoppi potremmo avere una Costituzione rinnovata. "L'iter delle riforme si dovrà concludere in 18 mesi", assicura il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, dopo l'approvazione da parte del Governo del ddl costituzionale che disegna il percorso delle riforme. "Il testo prevede un vero e proprio cronoprogramma", ha aggiunto Quagliariello spiegando i tempi: "E' ipotizzabile che per l'ottobre 2014 si possa prevedere l'approvazione definitiva della riforma".

"I lavori parlamentari sulle riforme costituzionali sono organizzati in un periodo massimo di 18 mesi: l’approvazione da parte del Parlamento del presente disegno di legge può essere prevista per fine ottobre 2013, quando la Commissione degli esperti avrà già terminato di lavorare e fornito le proprie conclusioni al governo. Il comitato parlamentare lavorerà fino alla fine di febbraio 2014. Per la fine di maggio è possibile prevedere la prima lettura di una Camera; per gli inizi di settembre la prima lettura dell’altra Camera". È la road map indicata nel ddl costituzionale approvato in Consiglio dei ministri. Per la fine di ottobre 2014 è prevista "la seconda deliberazione e l’approvazione finale della riforma, salvo l’eventuale svolgimento del referendum confermativo che il governo ritiene comunque opportuno che venga svolto".

Il Governo chiederà la procedura d'urgenza

"È la dimostrazione della volontà del governo di andare avanti rapidamente e con determinazione sulle riforme". Così il ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento delle attività di Governo, Dario Franceschini, commenta l’approvazione in Cdm del ddl costituzionale. "Il ddl sarà trasmesso al Senato dove il governo - anticipa - chiederà la procedura di urgenza per dare certezza e ridurre i tempi di discussione e approvazione del provvedimento. Il Parlamento - ricorda - aveva dato mandato 8 giorni fa al governo di tradurre in un ddl il contenuto della mozione entro il 30 giugno. Il governo lo approva oggi, con molto anticipo sui tempi fissati".

Com'è formato il Comitato dei 40

Composto da venti senatori e venti deputati, il "Comitato dei 40" per le riforme è nominato dai presidente delle Camere ed è scelto tra i membri delle commissioni permanenti per gli Affari Costituzionali rispettivamente del Senato e della Camera. Del Comitato "faranno parte di diritto i presidenti delle predette Commissioni". Quanto alla composizione, "la nomina dei componenti avverrà su designazione dei Gruppi parlamentari delle due Camere seguendo i seguenti criteri: a) in base alla consistenza numerica dei Gruppi; b) in base al numero di voti conseguiti dalle liste e dalle coalizioni di liste; c) assicurando almeno un rappresentante per ogni Gruppo e un rappresentante delle minoranze linguistiche". Infine, le competenze: "Il Comitato dovrà esaminare i progetti di revisione dei Titoli I, II, III e V della parte Seconda della Costituzione che riguardano le materie della forma di Stato, della forma di Governo e del bicameralismo. Saranno i presidenti di Senato e Camera ad assegnare al Comitato i disegni e le proposte di legge perché vengano esaminati in sede referente. Una volta completato l’esame della proposta di legge, il Comitato trasmetterà ai Presidenti delle Camere i progetti di legge costituzionale, corredati di relazioni illustrative e di eventuali relazioni di minoranza. Per la votazione dei testi nelle assemblee si osserveranno le norme dei rispettivi regolamenti".

Sul conflitto di interessi

"Non è previsto". Così il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, ha risposto a chi gli chiedeva se il comitato parlamentare dei 40, potrà occuparsi anche di materie correlate alle riforme come il conflitto di interessi. Se fosse stato previsto questo tipo di competenza, ha spiegato Quagliariello, "saremmo andati oltre quello che le mozioni parlamentari prevedono".

Si tratta, infatti, ha osservato il ministro, di una materia che riguarda il parlamento, per rispettare il quale "non siamo voluti intervenire".

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