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Rivoluzione a scuola: insegnanti supplenti per chiamata diretta

Via libera della riforma voluta da Formigoni: i presidi potranno scegliere i docenti in base alla qualità. Una norma che garantisce la meritocrazia (per questo non piace alla sinistra)

Rivoluzione a scuola: insegnanti supplenti per chiamata diretta

Un sistema scolastico migliore si può. Già a partire dal prossimo anno scolastico verrà sperimentato il sistema della chiamata diretta per il reclutamento dei docenti nelle scuole lombarde. Una vera e propria rivoluzione che consentirà ai presidi di scegliere i docenti in base alle loro qualità.

La norma è contenuta nel progetto di legge sullo sviluppo, il cosiddetto "Crescilombardia", che ieri ha avuto il via libera del Consiglio regionale lombardo. La riforma, che ha subito scatenato l'insurrezione della sinistra radicale (schifati dalla meritocrazia), consentirà agli istituti di formare una graduatoria interna dalla quale accedere per i contratti dei supplenti. Ed è polemica su un provvedimento - approvato con i voti contrari dei consiglieri di Pd, Idv, Sel e Udc - che modifica i regolamenti finora in vigore in Lombardia, definito "anticostituzionale" dalla Cgil e delle associazioni di insegnanti, che nei giorni scorsi avevano organizzato manifestazioni e raccolte firme a Milano per spingere la Regione Lombardia a una marcia indietro.

"Al fine di realizzare l’incrocio diretto tra domanda delle istituzioni scolastiche autonome e l’offerta professionale dei docenti - si legge nel testo del provvedimento - le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi per reclutare il personale docente con incarico annuale. È ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola iscritto nelle graduatorie provinciali fino ad esaurimento". Secondo gli auspici dei promotori la sperimentazione partirà con l'anno scolastico 2012-2013, dopo il via libera del ministero dell’Istruzione. In questo modo, durante i tre anni della sperimentazione, le scuole statali avranno la possibilità di reclutare direttamente i supplenti creando, nella sostanza, una graduatoria interna. "Si tratta della modifica di una norma costituzionale che prevede, per l’insegnamento pubblico, che si acceda alla professione per concorso - ha attaccato la Cgil - la proposta della Regione snatura l’unitarietà della professione di insegnante inventandosi un sistema lombardo assolutamente contrario alle norme vigenti". Nettamente contraria anche la Cisl scuola: "Ora che tale progetto viene votato dal Consiglio Regionale, ribadiamo la nostra ferma contrarietà a un intervento che invade le competenze dello stato in materia di reclutamento prefigurando una 'balcanizzazione' inaccettabile del sistema scolastico". Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, bolla come "anticostituzionale" la norma varata dalla Giunta Formigoni mentre le associazioni di insegnanti lombarde si preparano a scendere in piazza il 21 aprile contro la norma.

Ad essere soddisfatto è Roberto Gontero, il presidente dell’Agesc, l’associazione genitori scuole cattoliche, che ha parlato di "un segnale molto positivo per tutto il mondo della scuola". "L’articolo 8 del progetto di legge - ha spiegato Mario Sala (Pdl), relatore del provvedimento - apre alla sperimentazione di una vera autonomia scolastica attraverso una possibilità per le scuole di indire concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi favorendo la continuità didattica". Il centrodestra si è infatti battuto battuto in Aula affinché il reclutamento diretto degli insegnanti da parte delle scuole statali lombarde fosse finalmente possibile. Una norma di civiltà che ha scontentato solo la sinistra radicale e i sindacati.

A loro, infatti, la meritocrazia fa schifo.

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